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Coldiretti – Corisar: un accordo-garanzia per la salute di 9mila bambini e scaccia crisi per i pastori

ColdirettiCorisar. Mense a km 0 e accordo scaccia crisi per i pastori del sud Sardegna. Un accordo scaccia crisi per i pastori e garanzia per la salute di 9mila bambini. E’ il frutto dell’accordo siglato questa mattina tra Coldiretti Cagliari e Corisar (impresa che si occupa di ristorazione collettiva) che consente da un parte ai pastori del sud Sardegna aderenti alla cooperativa Oproc di avere un’equa remunerazione del latte e dall’altra garantisce a 9 mila bambini che pranzano nelle mense scolastiche di 10 Comuni del Campidano (Cagliari, Sestu, Dolianova, Monastir, Uta, Silius, Soleminis, Serdiana, Burcei e Decimoputzu) di consumare un pecorino a km 0, di cui si conosce l’origine e i produttori. Non solo. L’accordo prevede la sperimentazione di due giornate al mese con un menù 100% sardo con prodotti di qualità, di stagione, a km0 provenienti dalle aziende agricole di Campagna Amica Cagliari.

La prima giornata è prevista per martedì 18 dicembre con questo menù: malloreddus al sugo (pasta del molino Secci di Senorbì – pomodori pelati della cooperativa Arpos – formaggio grattugiato della 3° di Arborea); pecorino della cooperativa Oproc del sud Sardegna; cruditè di verdure (finocchi, pomodori e lattuga dei produttori di Campagna Amica e olio evo Dop Sardegna di Domenico Manca di Alghero); frutta (arance dei produttori di Campagna Amica); pane (panificio Farris di Assemini, Pireddu e Pane e Co entrambi di Cagliari). La Corisar da circa tre anni, con la collaborazione dei tecnici di Laore, sta portando avanti un progetto di mensa con prodotti locali, dove sono previsti quelli a marchio Igp, Dop, i prodotti tradizionali (Pat) e biologici. Da quest’anno grazie all’accordo con Coldiretti e Campagna Amica Cagliari il progetto si rafforza e garantisce ancora di più le famiglie con prodotti solo ed esclusivamente locali.

Da una indagine Coldiretti/Ixe’ divulgata in occasione dell’inizio della scuola risulta che più di un italiano su quattro (26%) ritiene scarsa la qualità del cibo offerto nelle mense della scuola.  Il 71% ritiene che le mense dovrebbero offrire i cibi più sani per educare le nuove generazioni dal punto di vista alimentare mentre solo il 12% ritiene che dovrebbero essere serviti i piatti che piacciono di più. La ristorazione collettiva con le mense scolastiche incide sulla qualità della vita, dell’alimentazione e, di conseguenza la salute degli studenti in età evolutiva (pranzano 5 volte su 7 alla settimana). Un impegno importante dove quasi un bambino su tre (30,6% dato nazionale) pesa ancora eccessivamente. Inoltre il 20% dei genitori dichiara che i propri figli non consumano quotidianamente frutta e verdura. Per assicurare una migliore alimentazione ma anche per educare le nuove generazioni, sono gli stessi genitori (il 36% dato nazionale) a chiedere di privilegiare nelle mense scolastiche i cibi locali a km 0 che valorizzano le realtà produttive locali e garantiscono genuinità e freschezza.

Per questo è fondamentale investire sui prodotti di qualità e a km 0 che portano dei benefici anche all’economia locale, all’ambiente ma anche ai gestori delle mense. Si, perché acquistare i prodotti locali di qualità conviene anche dal punto di vista economico. Sulle mense si sono fatti dei passi in avanti importanti (con l’utilizzo di prodotti di qualità e locali e l’educazione alimentare) ma purtroppo persistono ancora diverse lacune. Ci sono degli appalti a massimo ribasso che devono scomparire a favore di quelli che premiano la qualità, i cui parametri andrebbero comunque migliorati. In queste ultime gare, infatti, è richiesto un minimo di 40% di prodotti locali e di qualità (quindi a km0 e marchiati Dop – Igp – Pat), il 30% biologici (a prescindere dall’origine) e il restante 30 % libero. Dal punto di vista economico il giro di affari è consistente. Solo per le mense scolastiche, in Sardegna, si stima una spesa per l’acquisto dei prodotti agroalimentari che si aggira intorno ai 7 – 8 milioni di euro per circa 5 milioni di pasti all’anno. “Questo patto dimostra che i menù a km 0 nelle mense collettive sono possibili e convengono a tutti – sostiene il presidente di Coldiretti Cagliari Giorgio Demurtas -. Un’operazione semplice che porta solo dei benefici come abbiamo detto. Ricordiamoci che l’agricoltura italiana è al vertice della sicurezza alimentare mondiale con il minor numero di prodotti agroalimentari con residui chimici irregolari (0,5%), quota inferiore di 3,2 volte alla media UE (1,7%) e ben 12 volte a quella dei Paesi terzi (5,6%)”.

“Inoltre diamo respiro e aiutiamo l’agricoltura locale e quindi l’economia, acquistando i loro prodotti ad un prezzo equo – spiega il direttore di Coldiretti Cagliari Luca Saba -. Per esempio la cooperativa dei pastori del sud Sardegna Oproc grazie a questo accordo riesce, in una stagione molto difficile, a vendere una parte del proprio prodotto ad un prezzo che ripaga il lavoro dei pastori. Inoltre abbiamo dei benefici ambientali, non solo perché riduciamo i trasporti ma si riesce a coinvolgere anche quegli agricoltori e allevatori che presidiano le terre marginali altrimenti destinate all’abbandono con la coltivazione dei prodotti di nicchia, quelli biodiversi riconosciuti come tradizionali previsti in questo progetto. Per questo è, non solo fondamentale introdurre i prodotti locali e di qualità nelle mense scolastiche ma anche estenderlo a tutte le mense pubbliche e collettive”. Nei bandi a qualità, inoltre, è prevista anche l’educazione alimentare, il confronto diretto dei bambini con gli agricoltori e i tecnici. Il consumo dei prodotti locali e la conoscenza dei metodi di produzione e di chi li coltiva porta ad una rivoluzione culturale, con l’educazione dei palati al buon cibo e al consumo consapevole, un processo virtuoso che incentiva il consumo di prodotti di qualità e locali anche oltre le mense.

La Coldiretti è già impegnata da anni nel progetto “Educazione alla Campagna Amica” che coinvolge alunni delle scuole elementari e medie in tutta Italia che partecipano a lezioni in programma nelle fattorie didattiche e nei laboratori del gusto organizzati nelle aziende agricole e in classe (in Sardegna quest’anno incontreremo oltre 10mila alunni). L’obiettivo è quello di formare dei consumatori consapevoli sui principi della sana alimentazione e della stagionalità dei prodotti per valorizzare i fondamenti della dieta mediterranea e ricostruire il legame che unisce i prodotti dell’agricoltura con i cibi consumati ogni giorno e fermare il consumo del cibo spazzatura. L’accordo Corisar – Coldiretti e Campagna Amica Cagliari, con due giornate al mese con menù di soli prodotti locali è un piccolo ma significativo passo in questa direzione che serve molto anche come modello. In soli due giorni al mese si consumano circa 11 quintali di pecorino, 2 di formaggio vaccino, 30 di frutta, 12 di pasta, 15 di pane, 14 di passata di pomodoro, 18 di verdura, 2 di olio, per un totale di circa 25 mila euro.

 

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