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Leggende sarde. Il mito di Barax, l’Atlantide di Sardegna

A Sassari, a una distanza di circa 20 km dalla città di Alghero, si trova il lago di Baratz, l’unico lago naturale della Sardegna. Narra la leggenda, però, che là dove oggi si trova il bacino sorgesse un tempo l’antica città di Barax, come testimoniato – pare – da antiche carte non meglio precisate. Oggi il lago è un SIC (Sito di Interesse Comunitario) dell’Unione Europea, riconoscimento ottenuto per le numerose specie naturali e vegetali che la abitano.

Ma si torni alla leggenda. Pare che Barax fosse una città abitata da avidi, uomini e donne dediti a nient’altro che il divertimento più sfrenato. Fu questo il motivo per cui Dio decise di punirli, facendone affondare la immorale cittadina. E fu lo stesso Dio, in una fatidica notte, a discendere nell’Isola, comparendo a una giovane donna sotto le mentite spoglie di un innocuo vecchio. «Fuggi!», pare le disse «abbandona la città e non ti fermare, né dovrai mai voltarti indietro».

Il racconto prevede quindi che la giovinetta decidesse in effetti di seguire il consiglio dell’oscuro anziano, ma che nell’allontanarsi un fortissimo boato – proveniente dalla zona là dove si ergeva Barax – ne avesse attirato l’attenzione, costringendola a volgere quello che fu l’ultimo sguardo. La ragazza fu infatti immediatamente pietrificata, e la roccia che da lei ebbe origine fu sommersa insieme alla città e ai suoi abitanti. 

Ben ancorato alla realtà è invece il fatto che – durante la seconda guerra mondiale – la zona sia risultata di strategica importanza per l’esercito tedesco, come testimoniato dai non pochi resti di edifici militari. Quando la disfatta divenne sempre più imminente gli uomini di Hitler – che qui avevano posto le loro basi – cominciarono una faticosa ritirata. La necessità di una rapida fuga impedì però il trasporto e il salvataggio di armi e attrezzature. Che, per evitare cadessero nelle mani degli Alleati, furono abbandonati nel lago, con la speranza che il livello dell’acqua li nascondesse. Così effettivamente accadde, e solamente negli anni Novanta, con i primi segni di diminuzione del bacino, riemersero alcune delle bombe. 

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