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(VIDEO) Il maltempo fa ancora danni ma ci sono agricoltori che non si arrendono e si rimboccano le maniche

Roberto Cotza produce zafferano, piante aromatiche e alcune colture stagionali con cui lavora a chilometro zero, come patate, fragole, carciofi e aglio. La sua azienda, Le Aromatiche si trova ad Assemini nella zona dei Canadesi, dove sono state tante le aziende danneggiate. «La terra era già molto umida, viste le piogge frequenti anche ad agosto, e questo era positivo, non occorreva bagnarla per poterci lavorare, poi durante la prima alluvione, quella del 10, sopra lo zafferano c’era un torrente alto mezzo metro. Questi giorni sto raccogliendo i fiori, anche se la fioritura è abbastanza scarsa, ho perso circa il 70, 80 per cento dei fiori, ma il problema più grave è che i bulbi stanno sottoterra per anni e si riproducono, tutta quest’acqua li ha fatti marcire, quindi si è perso soprattutto il lavoro dei prossimi anni». Roberto come tanti suoi colleghi della zona ha perso il guadagno dei prossimi mesi, e forse anni, ma non si vuole piangere addosso: «è il lavoro che ci siamo scelti – precisa Roberto- quando ho cominciato a fare questo lavoro ho messo in conto anche questi rischi, ciclicamente si ripetono le alluvioni, i periodi di siccità le gelate, non dico che sia facile, siamo in tanti in questa situazione, ma niente drammi. Dopo tutto anche i commercianti a cui si allaga il magazzino perdono il loro futuro guadagno».

Roberto non è associato a nessuna categoria, come Coldiretti e in generale è contrario all’assistenzialismo, ma questa ultima ondata di mal tempo gli ha distrutto anche la coltivazione di carciofi:«con gli ultimi danni che ho subito mi sono deciso a presentare la richiesta al comune, quando il governo riconoscerà lo stato di calamità naturale, il comune erogherà dei fondi, ma intanto noi cerchiamo di arginare i danni dove possibile». Sono molte le aziende danneggiate, un’azienda florovivaistica ha perso una grossa partita di stelle di natale, il guadagno sicuro dei prossimi mesi, Silvia Mandas invece produce ortaggi, sia in campo aperto che in serra, una parte dei terreni si trovano ad Assemini il resto a Decimomannu, ma nessuna delle due zone è stata risparmiata dal nubifragio. «Il 10 ottobre è stato terribile- ricorda Silvia- le serre che non sono nuovissime non hanno resistito alla furia dell’acqua e si sono danneggiate, i terreni completamente allagati. Io il giorno dopo, sono andata a controllare i danni, sono rimasta intrappolata nel fango e mi sono fatta male a un ginocchio, sembrava di essere nelle sabbie mobili».

Le piantine che Silvia aveva messo a dimora nelle serre, soprattutto fagiolini, sono in gran parte marcite, e le piogge di ieri hanno dato il colpo di grazia: « i terreni sono saturi d’acqua- spiega ancora Silvia- non riescono a drenare e quindi stiamo perdendo anche quel poco che si era salvato a ottobre». Impossibile anche fare previsioni, a parte il fatto che la pioggia è prevista anche nei prossimi giorni, non si può ancora sapere quanto tempo ci metterà la terra ad asciugare. «Nei terreni che si trovano un po’ più in alto, sia io che i miei colleghi, magari qualcosa riusciremo a produrla- si augura la donna- ma in quelli più in basso che sono stati sommersi, sarà difficile, le piantine piccole, appena piantate sono venute via. Buona parte della zona rimarrà improduttiva, il prodotto verrà a mancare, salirà il prezzo, ma il danno è stato così alto che noi non riusciremo a coprire tutte le spese e al consumatore costerà molto di più, arriverà il prodotto da fuori, e per noi che crediamo nel chilometro zero, la delusione è doppia».

Gli agricoltori della zona vanno comunque tutti giorni in azienda e cercano di sistemare, di lavorare comunque dove e come possono e Silvia condivide il pensiero di Roberto: «piangersi addosso non serve a niente- conferma Silvia- stare a casa e lamentarsi non aiuta, siamo nei campi tutti i giorni e facciamo il possibile. Certo non è facile essere ottimisti quando in una notte il tuo lavoro di mesi viene distrutto e vedi sfumare i tuoi guadagni futuri, faccio questo lavoro da tanto e non è certo la prima volta che mi succede, ogni volta è più difficile da accettare, una batosta dopo l’altra un po’ ti demoralizza, ma non mollo, mi rimboccherò le maniche come ho sempre fatto e andrò avanti».

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