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Centro e Poetto, i cagliaritani si sentono meno sicuri: “Abbiamo paura a girare la notte”

Cagliari ha (un po’ di) paura…Non è il titolo di un film poliziesco degli anni ’70 ma lo stato d’animo di una città o, per meglio dire, di una parte di città che, quando cala la notte, si sente sempre meno tranquilla. Specie dopo gli episodi di violenza raccontati dalle cronache nelle settimane scorse, che in centro e al Poetto, teatri di scorribande di varia inciviltà, hanno lasciato un segno evidente. L’atmosfera non è certo quella da allerta massima, eppure nell’aria, soprattutto tra chi non è più giovanissimo, ansia e preoccupazione sono palpabili.

«Che vuole che le dica? Ormai girare di notte per alcune strade del centro mi fa più paura ogni giorno che passa – spiega il signor Maurizio, pensionato che ha casa in una traversa di via Roma -. I malintenzionati ci sono sempre stati ma adesso, con la povertà in crescita e gli sbarchi di tanti immigrati, sono aumentati».

Come il signor Maurizio, la pensa anche Marco, studente in procinto di laurearsi in Lettere, secondo cui negli ultimi anni il centro di Cagliari e le zone limitrofe sarebbero «diventate decisamente meno sicure». La povertà o gli immigrati però, per lui, «c’entrano poco».

«C’entrano molto, invece», commenta da par suo con energico trasporto un commerciante della Marina che per motivi di opportunità preferisce rimanere anonimo. «In questo rione fino a 15-20 anni fa si stava benissimo, ora con gli stranieri disoccupati che continuano ad arrivare a frotte tutto è cambiato. E io, di notte, per evitare fastidi e non farmi prendere dall’ansia, preferisco non uscire di casa».

Ansia è una parola che rimbomba pure al Poetto, dove però resta decisamente più circoscritta. «Il nostro è un quartiere tranquillo – afferma il signor Federico, che vive a un passo dal lungomare da circa 40 anni -. Il problema è che di notte è sconsigliabile circolare in certe zone, nonostante la presenza delle forze dell’ordine».

A sentire varie testimonianze, queste “certe zone” sarebbero soprattutto l’area intorno al Cavalluccio Marino e agli stand dei venditori di panini e l’uscita della discoteca Il Lido. «È in quel triangolo che si concentra la “marmaglia” del Poetto e che può essere pericoloso addentrarsi – afferma con espressione quasi disgustata il signor Massimo, sessant’anni e una passione per le passeggiate notturne mandata suo malgrado in pensione -: c’è il ragazzino che esce dalla discoteca e poi va ad ubriacarsi e chi si picchia, schiamazza o disturba in altro modo».

Se i residenti si mostrano preoccupati, tra gli esercenti, al contrario, si ostenta tranquillità: «Nelle vicinanze della nostra postazione di lavoro non succede mai niente di pericoloso», fanno sapere ad esempio dal chiosco The Best – La delizia dei sapori. «Ci sentiamo abbastanza sicuri». Stesso discorso per il Lido. «Fino alle 4 la situazione è assolutamente sotto controllo: la Polizia esercita una sorveglianza efficace della zona e noi cerchiamo di dare una mano – afferma Angelo Cerina, proprietario della discoteca cagliaritana -. Al massimo, qualche grana può capitare dopo le 4, quando praticamente tutti i locali del Poetto hanno abbassato le serrande».

Qual è allora la verità? Cagliari in generale e il centro e il Poetto in particolare stanno diventando sempre meno sicuri o no? Visionando i numeri in mano alla Questura, quella di un aumento esponenziale della pericolosità sembrerebbe, più che altro, una percezione dei cittadini. Un dato su tutti: i reati predatori (quelli contro il patrimonio e la persona) registrati dalle forze di Polizia cagliaritane nel periodo intercorso tra il 1 giugno e il 30 settembre scorso, al confronto di quelli relativi allo stesso intervallo di tempo del 2017, sono calati, seppur leggermente. Andando un po’ più nel dettaglio e analizzando le richieste di intervento arrivate nel bimestre agosto-settembre 2018 all’Ufficio Prevenzione Generale Soccorso della Questura, si scopre poi che, per quanto riguarda liti, minacce, schiamazzi, risse e molestie, la situazione, in centro e al Poetto, è rimasta stabile. Sul lungomare, ad esempio, rispetto all’anno passato, le chiamate sono cresciute di appena tre unità, passando da 25 a 28. Un incremento più sensibile – 50 contro 32 – si è palesato alla Marina, dove però si parla di statistiche che non suggeriscono particolari preoccupazioni.

«Noi comunque non sottovalutiamo nulla – afferma Domenico Chierico, capo Gabinetto della Questura -. I nostri servizi di prevenzione vengono sempre modulati in base alle esigenze ed alle segnalazioni dei cittadini, con cui abbiamo impostato un rapporto di proficua collaborazione».

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