I Carabinieri della stazione di Giba sono riusciti ad identificare l’autore del furto al distributore automatico di tabacchi di Piscinas, avvenuto nella notte di giovedì scorso.

Questa mattina i militari, dopo aver visionato le immagini della video sorveglianza, hanno denunciato un giovane di 19 anni, originario di Carbonia ma residente a Giba, per furto aggravato. Alle 4.45 di giovedì scorso, dopo aver infranto con un martello il vetro del distributore automatico della rivendita di tabacchi di Piscinas, il ladro aveva preso 5 confezioni di tabacco Marlboro e 10 confezioni di marijuana.

Dopo la perquisizione dell’abitazione, i Carabinieri hanno sorpreso il 19enne con la refurtiva e i vestiti utilizzati per commettere il furto. La refurtiva è stata riconsegnata mentre il giovane, disoccupato e con precedenti specifici è stato denunciato per furto aggravato.

Il paziente lavoro dei Ris di Cagliari ha permesso di individuare e arrestare due ladri, B.F, 41enne e C.M., 36enne, entrambi disoccupati, ben 5 anni dopo il fattaccio: nel lontano 1 marzo 2012, i due, durante la notte, si erano introdotti in una villetta a Porto Pino, Sant’Anna Arresi, di proprietà di un impiegato di Carbonia per compiere un furto. Nel sopralluogo effettuato dal personale specializzato della compagnia di Carbonia, intervenuti su richiesta dei carabinieri di Giba, venivano ritrovate alcune impronte digitali considerate utili ai fini comparativi. L’identificazione è avvenuta a seguito dell’esito degli accertamenti effettuati dal personale del laboratorio dattiloscopico del Ris di Cagliari, che, nonostante siano passati 5 anni dai fatti, sono riusciti a rilevare la corrispondenza delle impronte papillari acquisite sul posto all’epoca dei fatti con quelle dei due soggetti indagati (corrispondenza di almeno 18 punti caratteristici delle impronte). Le impronte sono state inserite nel sistema Afis che ha dato la corrispondenza con quelle già classificate dei due ladri. Così i due disoccupati, che forse già avevano dimenticato il furto commesso, mai pensando di essere scoperti, dovranno ora risponderne all’autorità giudiziaria.