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Un Cagliari a immagine e somiglianza di Maran, il campionato inizia adesso

È difficile affrontare l’Atalanta di Gasperini e non lasciare quasi una occasione pericolosa. Difficile ma fattibile, e non c’è da dubitare che Rolando Maran abbia studiato con maniacalità, assieme al figlio Gianluca, sia la gara dei neroazzurri contro la Roma che quella di Europa League contro i danesi del Copenaghen. Quello studio è valso creare un Cagliari che ha abbinato il talento alla duttilità tattica, all’intelligenza calcistica e all’impegno corale. Il suo Cagliari, quello sognato all’inizio dell’estate quando venne presentato dal ds Marcello Carli con tutti gli onori e gli oneri del caso.

« A Bergamo serviva la partita perfetta per fare risultato: nella nostra prestazione ho visto equilibrio, qualità, sacrificio, compattezza e solidità. Contro una delle squadre che crea di più in assoluto i miei ragazzi sono stati encomiabili » ha spiegato il tecnico in conferenza stampa, celando i suoi indubbi meriti. Perché nella gara della scorsa notte c’è un mix perfetto del credo maraniano, tra l’esplosività di Catania e il tatticismo sfrenato di Verona, senza mai dimenticare il senso dello spettacolo. Lo hanno notato tutti: i rossoblù giocano bene palla a terra, si destreggiano negli spazi stretti, arrivano per primi nei contrasti e sulle seconde palle, spazzano quando c’è da spazzare e creano il break quando c’è da attaccare con pericolosità. Cercano di fare il possibile (e l’impossibile) con leggerezza e semplicità, coraggio ed avventura.

E forse, dopo due giornate di campionato tra (troppi) alti e bassi, Maran ha trovato il perno di centrocampo a cui affidare le chiavi della macchina, ovvero Filip Bradaric. Il croato, riserva di Modric in nazionale, ha dato sfogo alle caratteristiche che han convinto il Cagliari ad insistere nel suo acquisto: uno o massimo due tocchi, raggio d’azione sempre attivato alla ricerca del compagno più vicino o di quello meglio smarcato, ricerca precisa dei tagli delle mezzali, pochi palloni in profondità ma ben calibrati o sulla testa di Leonardo Pavoletti o sui piedi della seconda punta. Ordinato come pochi in fase d’impostazione, in difesa fa leva sul suo possente fisico per frenare il brio avversario tanto con le buone quanto con le cattive. Rappresenta diversi passi in avanti rispetto alla lentezza calcistica e alla fragilità fisica di Luca Cigarini, che rimane un buon giocatore ma pare aver perso il ritmo adatto per competere in serie A.

Probabilmente Maran avrebbe preferito non ci fosse la sosta. La squadra è calda, carica, sembra stia entrando in condizione passo dopo passo, e il ferro va battuto finché è rovente. Dall’altro lato però sarà un buon modo per recuperare qualche acciaccato (Lucas Castro e Alberto Cerri) e ri-abbracciare Joao Pedro che dalla sfida col Milan ritornerà abile e arruolato per aumentare la pericolosità sotto porta della sua squadra. Sarà lì che inizierà il vero campionato dei suoi ragazzi, al cospetto di una delle “grandi”, primo vero test di stagione.

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