Questo pomeriggio, al quarto piano dell’Assessorato Regionale alla Sanità, in via Roma, l‘Assessore Arru ha incontrato i vertici amministrativi del Policlinico Universitario, i medici curanti tra i quali Alessandro Mathieu che ha in cura i pazienti del policlinico e una delegazione dell’ A.S.M.A.R, associazione sarda malati di artrite reumatoide. Da oltre un mese, il farmaco Enbrel non era più disponibile per i pazienti affetti da artrite reumatoide. La Regione aveva bandito una gara d’appalto per la fornitura del farmaco, ma ad aggiudicarsela è stata una casa farmaceutica che produce farmaci “Biosimilari”, l’azienda produttrice dell’Enbrel non ha nemmeno partecipato al bando. Pertanto l’Assessorato Regionale alla Sanità, ha stabilito che tutte le aziende sanitarie sarde utilizzino solo i farmaci biosimilari. A meno che il medico curante non prescriva diversamente, ma in questo caso, lo stesso medico deve fornire una relazione “Esaustiva” su ogni singolo paziente che fondi scientificamente questa scelta per ciascuno di loro.
I medici curanti, hanno stabilito per i loro pazienti un piano terapeutico con il farmaco “Enbrel”, soprattutto per chi aveva già cominciato con quello e hanno presentato tutta la documentazione necessaria a sostenere scientificamente questa prescrizione come richiesto dall’assessorato. L’iter ha richiesto del tempo e ha comportato una momentanea sospensione della cura. Le prescrizioni dei medici curanti sono state esaminate ma solo una parte è stata approvata, per una parte dei pazienti invece, sarà disponibile solo il farmaco biosimilare. L’incontro che si è tenuto oggi era finalizzato proprio a stabilire se c’è la possibilità di superare il problema della gara d’appalto e garantire almeno a tutti i pazienti che avevano già cominciato le cure con l’Enbrel di proseguire con lo stesso farmaco. Sembra che da parte dell’Assessore ci sia stata un’apertura, Arru si è detto disponibile a verificare la possibilità di superare i vincoli posti dalla gara d’appalto e ha riconosciuto l’urgenza di trovare una soluzione, i pazienti sono moderatamente ottimisti, tuttavia la malattia degenera rapidamente e i malati non possono permettersi di aspettare. I pazienti appoggiati dai loro medici rivendicano il diritto alle cure, alla continuità delle cure iniziate, chiedono che la loro salute sia considerata prioritaria rispetto ai problemi della burocrazia che devono riguardare amministratori e politici, ma le cui conseguenze non possono ricadere sui malati.
Bruno Carboni è uno dei pazienti ai quali non è stata accettata la prescrizione del farmaco biotecnologico. «Ho provato altri 3 farmaci prima, ma mi hanno dato problemi- racconta Bruno- invece con l’Enbrel mi sono trovato bene. Ho dovuto prendere il cortisone perché quando ho interrotto la cura sono comparsi subito i sintomi della malattia. Adesso devo ricominciare da capo con un nuovo farmaco». L’artrite reumatoide è una malattia autoimmune degenerativa e invalidante da cui non si può guarire, ma con i farmaci si possono tenere sotto controllo i sintomi, l’alternativa è prendere il cortisone che però produce effetti collaterali pesanti, soprattutto se somministrato per lunghi periodi. «Il mio medico mi ha spiegato che volendo potevo fare ricorso e intanto continuare col cortisone – ha spiegato Bruno Carboni- ma non avendo idea se e quando potrei accedere di nuovo all’Enbrel ho preferito iniziare la cura con il biosimilare, in passato il cortisone mi ha dato moltissimi problemi». Quando i malati di artrite reumatoide iniziano una nuova cura devono sottoporsi a controlli frequenti e se interrompono le terapie, ogni qualvolta ricominciano la terapia impiega più tempo per essere efficace. Per questo medici e pazienti auspicano che si raggiunga al più presto una soluzione a questo problema. La malattia degenera velocemente, non attende i tempi della burocrazia.
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