Dal 26 luglio via Garibaldi diventerà una via più sicura e cardioprotetta, grazie alla presenza di un defibrillatore che verrà donato al “Francis Drake” ed al “One Time” -storici locali della via dello struscio cittadino- da Cafe Racer Cagliari, giovane associazione sportiva che in soli 7 mesi ha raccolto le adesioni di oltre 140 motociclisti, cagliaritani e non.

Frutto della passione di 5 professionisti cagliaritani, Cafe Racer Cagliari si propone non solo di incrementare le attività tipiche del mondo motociclistico e delle special, ma di rendere più interessanti e sicuri i viaggi dei bikers. Da settembre, infatti, verranno realizzati nella sede sociale di via Garibaldi, nei locali di un altro pezzo di storia cittadina -Castangia 1850, che sostiene con entusiasmo la iniziativa- sia i corsi per rianimazione cardio polmonare, che corsi di inglese per turisti nonchè corsi di primo soccorso.

Oltre alle lodevoli iniziative ed alle uscite fuori porta, Cafe Racer Cagliari si propone anche quale associazione di beneficenza, con ulteriori attività a tema. Il 26 luglio dalle ore 19:30 si festeggerà al One Time con #inmotocolcuore.

Cafè Racer Cagliari nasce dalla passione di un gruppo di amici, persone semplici che trasformano l’avventura in un mestiere quotidiano, di chi ha scelto di mettersi alla prova dal vivo e sulla strada, di perseguire le proprie passioni fino in fondo e senza limiti. “Noi, semplici motociclisti appassionati, mettiamo sullo stesso piano avventura, scoperta, amicizia, siamo motociclisti di quelli che amano sporcarsi le mani, che amano l’odore della benzina e dei copertoni bruciati, il vento sulla faccia, il fango sugli stivali e una bistecca davanti al fuoco, amiamo le moto classiche d’epoca e raccontiamo tutto ciò che scopriamo di questo mondo attraverso i nostri prodotti e le nostre iniziative di raccolta fondi.

Siamo qui per condividere con voi la nostra avventura e non contano il numero dei cilindri, se naked o d’epoca, se bianca o nera… per noi la moto non ha tempo, religione o colore, ma solo passione. Tutto questo per noi è libertà, il nostro mondo e il nostro stile ed è per questo che nasce il Cafè Racer Cagliari. Questo è solo l’inizio perché la nostra avventura continua e infinite sono le strade e i luoghi da esplorare. Quindi…. lasciate che la strada corra sotto alle ruote…”.

Un unico viaggio, un amore scolpito nel cuore fino agli ultimi giorni della sua vita. Gabriele D’Annunzio aveva appena diciannove anni quando, nel maggio del lontano 1882, decise di intraprendere un tour dell’isola che aveva sempre immaginato. Un’isola che all’epoca era ancora selvaggia, circondata dalla natura e non dal cemento ed è questa una delle cose che ha spinto il Vate, all’epoca appena diventato famoso, a conoscere da vicino questa “terra magica”, come la chiamò in seguito.

Sbarcò a Terranova (l’odierna Olbia) con due collaboratori della rivista romana Capitan Fracassa e visitò dapprima Alghero, Nuoro e Oliena. Durante il soggiorno nel paese barbaricino il poeta e scrittore ebbe modo di assaggiare il vino Nepente, di cui tesse le lodi nella prefazione del libro dell’amico tedesco Hans Barth “Osteria. Guida spirituale delle osterie italiane da Verona a Capri”. Scrisse: “Non conoscete il nepente d’Oliena neppure per fama? Ahi lasso! Io son certo che, se ne beveste un sorso, non vorreste mai più partirvi dall’ombra delle candide rupi e scegliereste per vostro eremo una di quelle cellette scarpellate nel macigno che i Sardi chiamano Domus de Janas, per quivi spugnosamente vivere in estasi fra caratello e quarteruolo”.

Poi fu la volta di Villacidro; qui D’Annunzio rimase estasiato dalla cascata Sa Spendula tanto da scriverne una poesia dall’omonimo titolo. Anche la tappa a Cagliari fu di grande ispirazione per il Vate. In particolare, la visione delle bianche piramidi delle saline di Molentargius fu lo spunto per la poesia “Sale”. Nella Sardegna meridionale e a Cagliari D’Annunzio vide molte similitudini con il Nord Africa tanto che, nella poesia “Sotto la Lolla”, paragona certi paesaggi e panorami, oltre che i volti delle persone, proprio all’Africa settentrionale.

Durante il suo soggiorno sardo, il poeta promise di scrivere un libro con foto, storie e testimonianze, ma non se ne fece più nulla. Rimasero però degli articoli, reportage e lettere a testimonianza dell’amore del Vate per la nostra isola. La Sardegna, dunque, lo stregò a tal punto che sognò sempre di farvi ritorno. “Ho nostalgia della Sardegna da dodici anni, come d’una patria già amata in una vita anteriore”, scrisse nel 1893 in una lettera indirizzata al giornalista Stanis Manca. Nonostante le intenzioni, per varie vicissitudini non poté più tornare.