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(VIDEO) Le pazienti oncologiche incontrano Ganau e Arru: entro luglio una conferenza programmatica

 

Oggi alle 15, al sesto piano di via Roma, si è tenuto l’incontro, al quale i giornalisti non erano ammessi, tra il presidente del Consiglio Regionale Gianfranco Ganau, dell‘Assessore Regionale alla Sanità Arru, il presidente della Commissione Regionale Sanità Raimondo Perra e una delegazione delle combattive pazienti oncologiche guidate da Maria Grazia Caligaris presidente di Socialismo Diritti e Riforme e Paola Melis presidente di Fidapa Sardegna. Un mese fa la Caligaris, insieme ad Albachiara Bergamini della Fondazione Taccia e Paola Melis, avevano promosso una petizione online per presentare una serie di richieste finalizzate al miglioramento delle condizioni delle pazienti oncologiche.

L’obiettivo era quello di raccogliere almeno 7 mila firme, e di chiedere al presidente del consiglio Ganau di farsi portavoce di questa richiesta. Le sottoscrizioni alla petizione sono state ben 20 mila. Forte di questo sostegno la delegazione ha presentato le proprie istanze al presidente Ganau e all’assessore Arru. In particolare le pazienti oncologiche hanno espresso a Ganau le loro perplessità sulla situazione che si è sviluppata in seguito all’accorpamento dell’ospedale Businco all’Azienda Ospedaliera Brotzu. Nello specifico lo smantellamento del reparto di chirurgia sperimentale per la cura del tumore al seno e la limitazione dell’uso delle sale operatorie destinate alla Ginecologia Oncologica e alla Senologia non consentono di soddisfare in tempi adeguati la sempre crescente richiesta di interventi chirurgici programmati. Spesso l’indisponibilità della sala operatoria per un intervento programmato fa saltare l’operazione all’ultimo momento e la paziente che aveva già seguito il protocollo di preparazione all’intervento deve ripetere tutto da capo. Altro grave problema, quello dalla rianimazione, che non è sempre disponibile per le pazienti che subiscono gli interventi più complessi. Una volta stabilita la diagnosi, inoltre, e questo è probabilmente l’aspetto che ha colpito maggiormente il presidente del Consiglio, le donne devono attendere anche 40 o 50 giorni, prima di essere sottoposte all’intervento, mentre esiste una legge nazionale che raccomanda tempi di attesa non superiori ai 30 giorni. Durante l’incontro, sono state evidenziate anche le carenze dal punto di vista del supporto sociale e psicologico, quando si ammala una donna, soprattutto se madre di figli piccoli il sostegno psicologico per lei e i suoi familiari è fondamentale. Recentemente si è poi aggiunta un’ulteriore preoccupazione legata alla chiusura del reparto di terapia oncologica di Decimomannu. Tutte le pazienti alle quali veniva somministrata la terapia oncologica vengono dirottate al Businco con un conseguente ulteriore aumento dei disagi. La portavoce delle pazienti, Maria grazia Caligaris, si è detta soddisfatta di questo primo incontro interlocutorio, ma precisa: «Siamo soddisfatte del fatto che il presidente ci abbia ricevute in tempi brevi e abbia dimostrato interesse per i nostri problemi, ma noi abbiamo una scadenza: ci hanno promesso una conferenza aperta anche alle associazioni e ai medici entro luglio. Se questa promessa non sarà mantenuta, siamo pronte ad azioni anche importanti come rivolgerci a dei legali, ma ho visto- conclude fiduciosa la Caligaris- molta disponibilità anche da parte dell’Assessore Arru, ci ha assicurato che oggi stesso avrebbe sentito il direttore generale dell’Azienda ospedaliera Brotzu, Graziella Pintus per chiederle di intervenire subito almeno su quegli aspetti pratici-organizzativi che si possono risolvere in tempi brevi». Il presidente del Consiglio Ganau, concluso l’incontro, ha rilasciato un comunicato, con il quale ha sottolineato che i tempi di attesa per ottenere una diagnosi, 60 giorni, sono davvero troppi. «È certamente necessario un intervento di chiarimento da parte nostra- ha dichiarato il presidente- tramite la direzione generale che deve garantire la puntuale osservanza delle leggi in vigore che prevedono la presa in carico della paziente oncologica da parte del sanitario e della struttura anche per quanto riguarda la prenotazione delle visite e dei controlli diagnostici, affinché le donne non debbano subire anche questo ulteriore carico. Servono evidentemente anche degli interventi di tipo strutturale – ha aggiunto – per limitare i tempi di attesa sugli interventi chirurgici per questo ci impegniamo a studiare tutte le soluzioni possibili da mettere in campo». Anche Raimondo Perra, presidente della Commissione Sanità concorda con Ganau: «Non si può non concordare su molte delle questioni che avete sollevato – ha dichiarato Perra, rivolto alle pazienti – questo Consiglio regionale ha approvato una riforma poderosa che ora deve essere applicata. Nell’immediato per alleviare le sofferenze delle pazienti oncologiche si possono ad esempio acquistare cinque poltrone in più per fare la chemioterapia e definire meglio la programmazione delle terapie». Le pazienti della delegazione, abituate a ben altre battaglie non si adagiano su queste promesse: «Siamo qui e spettiamo. Se entro la fine di luglio non ci sarà questo incontro – ha affermato Paola Melis- siamo pronte a occupare l’aula consigliare, a riempire la piazza, anche se l’Assessore Arru dice di non temerla». E vista la rapidità con la quale attraverso la petizione online sono riuscite a raccogliere oltre 20 mila firme, non c’è da dubitare che riescano a riempirla questa piazza, i problemi sono concreti, lo stesso assessore non li ha negati, interessano moltissime persone coinvolte direttamente o indirettamente, la speranza di tutti è che non sia necessario ricorrere a gesti eclatanti.

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