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“Massiccione” Zanda è ritornato nella sua Sardegna: l’abbraccio dei suoi cari a Elmas (VIDEO e FOTO)

“Massiccione” Zanda è ritornato nella sua Sardegna: l’abbraccio dei suoi cari a Elmas (VIDEO).

Ha ironizzato sulla sua condizione, da vero duro, ha promesso che al più presto ritornerà alle gare e poi, stanco ma felice si è concesso all’abbraccio dei suoi amici e tifosi. Roberto Zanda è di nuovo a Cagliari. Dopo la terribile esperienza della gara canadese, dopo l’amputazione degli arti, eccolo di nuovo nella sua Isola. Stanco ma sorridente e contento. E più vivo che mai.

Tanti amici e sostenitori, oltre che i parenti ad attendere Zanda all’aeroporto di Elmas. Il volo è atterrato con oltre un’ora di ritardo e Massiccione è apparso stanco, ma sorridente. Questa è l’ennesima tappa della competizione più dura che l’atleta cagliaritano sta affrontando. Dopo essere sopravvissuto a meno 50 gradi per 14 ore in condizioni davvero estreme, per aver smarrito il percorso della durissima gara Yukon Artic Ultra in mezzo ai ghiacci del Canada, Roberto Zanda ha dovuto subire l’amputazione degli arti.

Partito 150 giorni fa, stanotte ha potuto finalmente fare ritorno nella sua Amata Sardegna. Dopo una serie di interventi, quest’ultima tappa dell’iter terapeutico al CTO di Torino prevedeva che Zanda testasse gli arti artificiali. Nemmeno un giorno di pausa per lo sportivo cagliaritano che già domani sarà al Brotzu, per alcuni controlli. Dai prossimi giorni comincerà un’altra fase, non meno dura, quella della riabilitazione alla casa di cura San Salvatore. Poi a settembre dovrà tornare a Torino per ulteriori terapie. Adesso però come lui stesso ha dichiarato, mangerà cibo sardo, starà con gli amici e soprattutto si riposerà Irriducibile Massiccione: si aprono le porte scorrevoli e lui esce accennando alcuni passi di danza: «Tra un anno a partire da oggi disputerò la mia prima gara con gli arti artificiali, ho già preso contatti con una società in Namibia. Adesso che sono bionico – ha dichiarato Zanda – mi sento più umano, sono più vicino alle persone con problemi di disabilità».

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