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Folklore, magia e tradizione: su Vizzatorju e il ballo dei morti, l’oscura danza sarda che si ballava…con i defunti!

Abiti tradizionali della Sardegna

Spesso, a causa della stanchezza, dubitiamo di ciò che gli occhi vedono. Abbiamo bisogno di prove tangibili, da utilizzare per verificare se i nostri sensi ci ingannano o meno. Ecco, la leggenda di oggi racconta di due uomini, un padre e un marito, che hanno avuto bisogno di prove per credere a ciò che vedevano.

Prima di proseguire, è necessario specificare che, in Sardegna, diverso tempo fa, era molto comune soprattutto in alcune chiese campestri, il rito de “Su Vizzatorju“, una veglia notturna in onore del Santo, dove si ballava e cantava tutta la notte. Da questa usanza è sicuramente nata la leggenda del ballo con i morti, ovvero quando, secondo le storie riportate, i defunti risalivano dall’oltretomba per ballare con chi era prossimo alla morte. Il malcapitato non si ricordava nulla, ma chiunque lo vedesse in tale compagnia, sapeva già il triste destino a cui chi partecipava alla danza sarebbe andato incontro.

La prova dello scialle

Nei pressi di Orosei, dato che la moglie dormiva beatamente, un uomo decise di uscire per una passeggiata al chiaro di luna. La campagna era deserta, eppure sentiva degli schiamazzi che aumentavano sempre di più, così decise di seguire quei rumori per capire cosa stesse succedendo. Ed eccoli là, un gruppo di uomini sconosciuti che ballavano e cantavano senza sosta in uno spiazzo, illuminati solo dalla luna. Che sorpresa però, quando l’uomo lì in mezzo vide anche la moglie! Cantava e ballava, trasportata dal gruppo. Come poteva essere?! Il povero coniuge ricordava benissimo di averla vista dormire nella loro dimora. Attese così che i ballerini si fermarono per riposarsi, poi, in silenzio, estrasse la leppa che portava con sé e, senza che nessuno se ne accorgesse, tagliò un lembo dello scialle di sua moglie.

La leggenda racconta che, tornato a casa di tutta fretta, l’uomo trovò  la moglie a casa, addormentata. La mattina seguente, alzati entrambi i coniugi, il marito chiese alla donna di mostrargli lo scialle perché aveva curiosità di vedere il ricamo, dato che era tanto tempo che lei non lo indossava. La moglie lo tirò fuori e cacciò un urlo: qualcuno lo aveva tagliato! 

Il marito, invece, rimase in silenzio, pensieroso. Sapeva che l’unica ragione per spiegare l’accaduto era che la moglie la sera prima aveva ballato con i morti, quindi il suo destino era segnato. E, infatti, la storia conferma che pochi giorni dopo la donna morì.

Su Vizzatorju a Bitti

Nella chiesa di Santa Maria, a Bitti, spesso si era soliti fare su “Su Vizzatorju” , quindi nessuno si stupiva se gruppi di uomini e donne danzavano e cantavano tutta la notte in prossimità della chiesa.

Tuttavia, un uomo che rientrava dalle campagne rimase di stucco nel vedere che, durante su Vizzatorju (o meglio, quello che lui pensava essere su Vizzatorju) era presente anche sua figlia. Infatti, quest’ultima era ancora giovane e non aveva il permesso di stare fuori tutta la notte, soprattutto non in compagnia di tanti sconosciuti.

Poi un pensiero attraversò la mente del padre come un lampo a ciel sereno: e se invece di su Vizzatorju quello  fosse stato il tanto temuto ballo con i morti? Nascosto dietro un albero, riuscì a tagliare un pezzo di gonna della ragazza. Tornato a casa l’uomo chiese alla moglie di mostrargli l’abito da festa della figlia e purtroppo vide che la gonna era strappata: mancava il pezzo che lui aveva tagliato.

«Izza tua moriti!», furono le uniche parole che riuscì a dire, prima di spiegare alla moglie che aveva visto la loro figlia danzare con i morti nella chiesa di Santa Maria.

Le leggende che raccontano del ballo dei morti sono riportate in diversi testi, tra cui “Leggende e racconti popolari della Sardegna” di Dolores Turchi, edito da Newton Compton Editori.

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