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Leggendo Metropolitano chiude i battenti. L’ironia del direttore: “Grazie Cagliari, grazie Sardegna”

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Una “conferenza postuma”, quella di questa mattina all’Exmà, tenuta dall’”ormai ex direttore” del Festival Leggendo Metropolitano, Saverio Gaeta. A distanza di pochi giorni dalla fine della Decima, infatti, è arrivato l’annuncio: non ci sarà un’undicesima edizione di uno dei più partecipati festival culturali sardi. Anzitutto perché “il Festival è nato con l’idea che si sarebbe composto di sole dieci edizioni” ma anche, a giudicare dal j’accuse lanciato in mattinata, per motivi economici.

L’accusa è andata a rivolgersi anzitutto contro le istituzioni, ma non è stato risparmiato neppure quello scarso interesse alla cultura attribuito più in generale alla Sardegna e all’Italia. “Riconoscimenti dal Presidente della Repubblica. Sette premi Nobel, sei Pulitzer, decine di riconosciuti autori, esponenti del mondo della scienze e delle arti. Una rassegna stampa nazionale imbattibile, che poi è l’unica cosa che davvero conta nel valutare un evento”. Gaeta inizia il suo atteso intervento snocciolando i risultati di dieci anni di Leggendo Metropolitano, anni in cui “mi sono sentito solo come non mai”.

Si è sentito “abbandonato dalle istituzioni, dal Comune, dalla Regione”, Gaeta. “In attesa di pagamenti che non arrivano, costretto ad accumulare più 250mila euro di debiti per offrire un prodotto culturale distante dalle logiche identitarie, impossibilitato a retribuire i collaboratori e continuamente in lotta con bandi e domande di finanziamento scritte senza criterio”. Abbandonato come quando, nel 2015, “fui accusato pubblicamente per la scelta di aver portato a Cagliari un israeliano, il premio Nobel Aaron Ciechanover. Le minacce ricevute dall’ospite misero in allerta le forze dell’ordine, che blindarono il centro. Dov’erano le istituzioni, mentre io venivo bersagliato dalla comunità?”.

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