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Si chiama carvising: prendi un’auto gratis e in cambio fai pubblicità, ma è davvero così semplice e conveniente?

Lo slogan è “auto a costo zero”, in pratica un sogno per un gran numero di persone che non possono permettersi un’auto nuova. Apparentemente viene chiesto pochissimo in cambio, sembra tutto legale, facile facile insomma. Ma vediamo se realmente è così semplice.

Le avrete sicuramente notate in giro per Cagliari, sono auto bianche a cinque porte, soprattutto citycar che girano con delle scritte pubblicitarie colorate, perché da qualche tempo il carvising è sbarcato anche in Sardegna. Sono diverse le aziende che offrono questo servizio, ma agiscono in maniera totalmente indipendente rispetto ai concessionari delle auto. Alcuni concessionari addirittura nel momento in cui si chiede loro se è possibile acquistare con la formula del carvising, prendono le distanze da questo sistema di finanziamento. Stando ai dati ufficiosi, perché quelli ufficiali non esistono, solo nel cagliaritano sono circa 200 le auto acquistate con questo sistema, 450 in tutta l’Isola.

Come funziona esattamente? Ci si reca dal concessionario e si sceglie l’auto. Attenzione però, le concessionarie non entrano nel meccanismo, quindi tutta l’operazione di finanziamento si svolge tramite l’azienda che offre il carvising. Abbiamo contattato tre fra le aziende che operano a livello nazionale e a parte qualche piccola differenza propongono più o meno tutte le stesse condizioni. Al prezzo dell’auto che deve essere bianca e cinque porte, si devono aggiungere 5 mila euro e in alcuni casi anche fino a 7 mila, quindi per un auto che costa 12 mila euro si chiederà un finanziamento da 17 mila. L’intera somma verrà poi restituita, garantiscono le aziende di carvising, in 60 mesi, la durata che deve avere necessariamente il finanziamento. A questi 17 mila, si devono aggiungere altri mille euro circa, che non vengono restituiti e sono imputati a spese per istruire la pratica e per il wrapping, cioè l’applicazione e sostituzione degli adesivi pubblicitari. Chi sottoscrive il contratto quindi alla fine dei 60 mesi in teoria spenderà mille euro in tutto, che per un’auto nuova sono davvero pochi.

Cosa si deve fare in cambio? Due giorni a settimana, stabiliti a priori e fissi si devono postare nella propria pagina Facebook 4 foto della propria auto, scattate in luoghi sempre diversi. Non sembra particolarmente impegnativo, ma 32 foto al mese, per 60 mesi fa 1920 foto che ovviamente devono essere diverse almeno un pochino. La macchina dev’essere sempre pulita, non danneggiata e gli adesivi sempre integri. Per questo occorre recarsi con regolarità da un carrozziere scelto dall’azienda a farsi sostituire gli adesivi che si deteriorano. Teoricamente il servizio di sostituzione è pagato con quei mille euro che non vengono rimborsati, tuttavia non è dato sapere, soprattutto se non si possiede un posto auto chiuso, quante volte in 60 mesi si renderà necessario sostituire gli adesivi e se quindi i mille euro saranno sufficienti a coprire le spese di sostituzione. Ma non è tutto: l’auto dovrà essere utilizzata almeno 25 giorni al mese, alcune aziende impongono anche un numero minimo di chilometri da percorrere. Come fanno a verificare se gli spostamenti vengono realmente effettuati? Se si decide di sottoscrivere un contratto di carvising si accetta anche di farsi installare a bordo un localizzatore satellitare per cui il proprietario dell’auto non potrà barare ma potrà essere localizzato in ogni momento, con buona pace della privacy.

In caso di incidente o di malattia del proprietario, per cui non sarà possibile spostare l’auto, il pagamento della rata sarà sospeso e riprenderà quando riprenderanno gli spostamenti e i post su Facebook. Su questo punto alcune aziende sono più rigide altre più tolleranti, ma non troppo. Tutto sommato sembra che valga la pena di fare un po’ di sacrifici in cambio di un’auto quasi gratis, anche se non bisogna dimenticare che si sta sottoscrivendo una finanziaria, pertanto nel momento in cui sia da una parte che dall’altra dovesse venire meno la possibilità di fare la pubblicità le rate deve pagarle il proprietario dell’auto. Per scongiurare questo pericolo si può stipulare un’assicurazione, a proprie spese che va dai 700 a mille euro. Che comunque garantirebbe l’acquisto di un’auto per poco meno di 2 mila euro.

Ma allora, visto che il carvising ha cominciato a diffondersi circa 4 anni fa, come mai in giro si vedono ancora tante vecchie carrette, e la gente non si precipita a comprarsi una nuova macchina per quella cifra irrisoria? Perché sulla legalità di questo genere di finanziamento ci sono dei forti dubbi. L’articolo 23 del codice della strada infatti, vieta ai privati di fare pubblicità per conto di terzi sulla propria auto. La Polizia Stradale conferma che il titolare di un’auto che faccia pubblicità per conto di terzi è passibile di contravvenzione. Le aziende di carvising rispondono che non si tratta di pubblicità, ma di attività di statistica, cioè attraverso la pubblicazione delle foto sul social e il relativo conteggio di like e di visualizzazioni, si calcola il gradimento del pubblico. In questo modo si elude anche l’obbligo di pagare le tasse comunali sulla pubblicità, che a Cagliari ammontano a 21 euro per striscia pubblicitaria per anno solare.

Altre aziende invece per non violare l’articolo 23, insieme alla documentazione attestante il contratto di carvising allegano una sorta di contratto di collaborazione con l’azienda stessa, per cui il proprietario dell’auto non risulta più terzo rispetto alle persone per le quali fa la pubblicità. In entrambi i casi comunque, il proprietario dell’auto riceve un compenso che al di là della sua natura non è chiaro se debba essere soggetto a tassazione. Non è solo l’aspetto fiscale a risultare nebuloso. Le forze dell’ordine che dovessero effettuare un controllo si troverebbero in difficoltà: non si può, durante un normale controllo a un posto di blocco, accertare il contenuto del contratto di carvising, né appurare la natura dell’attività svolta dal proprietario dell’auto. Per tanto in linea teorica la contravvenzione verrebbe comminata, e toccherebbe poi alla persona multata contestarla dimostrando di non aver commesso un illecito. Al momento però non sembra che siano state emesse contravvenzioni per violazione dell’articolo 23, le forze dell’ordine aspettano indicazioni dal ministero competente, quindi chi ha sottoscritto un contratto di carvising al momento può stare tranquillo e sperare di arrivare alla conclusione del contratto prima che venga regolamentata la materia. Evidentemente siamo davanti all’ennesima soluzione all’italiana: fatta la la legge trovato l’inganno.

 

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