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Si chiamano “Mamai” le sculture di Paoletta Dessi: la rappresentazione affascinante e originalissima della magia della maternità

Si chiamano “Mamai” le sculture di Paoletta Dessi: la rappresentazione affascinante e originalissima della magia della maternità.

 

Sono tutte da ammirare le meravigliose sculture di Paoletta Dessì, sembrano emergere dalle ossa che l’artista trova nelle sue passeggiate in campagna. Ma il candore e le linee dolci delle sue madri apparentemente semplici nascondono un’approfondita ricerca che parte dal lontanissimo passato primitivo: il culto della Dea Madre.

Tutto nasce da una passeggiata in campagna. Paoletta Dessì, originaria di Escalaplano, si è sempre occupata di arti visive, scenografa per il Teatro Lirico prima, per il Teatro Dallarmadio poi, ha sempre avuto la passione per la scultura. Appassionata di archeologia e di storia antica della Sardegna, ha condotto degli studi sull’acqua come origine della vita e legata ad essa il culto della Dea Madre. Per la sua sensibilità artistica ma anche intellettuale, Paoletta rimane profondamente colpita dal significato della simbologia del linguaggio che emerge dagli studi di Marija Gimbutas. L’archeologa lituana ha elaborato, in base ai ritrovamenti degli scavi da lei diretti nell’Europa sud orientale tra 1967 e 1980, una teoria sul linguaggio e la civiltà dei popoli del neolitico di quelle zone. Secondo la Gimbutas il centro della civiltà e della religiosità di quelle popolazioni era la figura femminile, vissuta come una divinità assolutamente pacifica e custode col proprio corpo della magia della continuità della vita. Finché è stata la divinità femminile a costituire il fulcro della civiltà, questo il pensiero dell’archeologa, i popoli hanno vissuto in pace.

                                      

 

A questi studi Paoletta ha legato quelli dell’archeologo Gigi Sanna sul linguaggio dei nuragici, concentrandosi quindi sulla civiltà preistorica sarda. Il frutto di questi approfondimenti sono i primi esperimenti di scultura: l’artista modella con la creta bianca, figure femminili in cui è evidente la fisicità della gravidanza. Occorre però un supporto, un piedistallo su cui adagiare le bellissime madri modellate. E proprio durante una passeggiata in campagna che Paoletta trova un osso, presumibilmente di ovino, come tanti se ne trovano e le viene in mente di utilizzarlo come piedistallo per la sua scultura. «Le ossa sono il simbolo della vita che si rinnova- racconta l’artista- sono uno dei passaggi del ciclo della vita, quindi costituiscono il supporto ideale per le mie sculture. Dopo quel primo ritrovamento, ho cominciato a raccogliere le ossa che trovavo durante le mie passeggiate, e così hanno cominciato a essere loro la mia ispirazione. Una vertebra, una mandibola, una scapola, mi suggerivano l’ispirazione per scolpire altre madri, in pose diverse». Basta osservare le sculture per comprendere le parole dell’artista.

                                      

 

 

Le madri che danno la vita, sembrano prendere vita a loro volta dalle ossa e le figure madre-osso si fondono l’una nell’altra in perfetta armonia. Se un’opera d’arte deve suscitare emozioni, sono sicuramente armonia, unione, distensione le emozioni che emergono da queste “Mamai”. Ed è esattamente questo il messaggio che vuole trasmettere la scultrice: «Senza nessuna velleità di voler impartire lezioni, non voglio ergermi a insegnante – spiega Paoletta- ma mi piacerebbe che chi osserva le mie madri percepisse il mio messaggio. Sarebbe bello che tutti accettassimo la diversità degli altri, non la vedessimo come una minaccia ma come un valore. La madre porta nel grembo una creatura di cui non sappiamo nulla, dobbiamo accettarla fin da prima che venga al mondo, senza sapere chi e come sarà». E si può davvero affermare che Paoletta Dessì abbia realizzato questo suo desiderio: fin dal primo sguardo alle “Mamai” si coglie il messaggio dell’artista, non certo fatto di calcolo o ragionamento, ma solo di emozioni che questa artista con la sua profonda sensibilità ha provato e poi trasmesso attraverso il suo talento. È sicuramente il senso di pace e armonia quello che prova davanti alle sue sculture. Paoletta Dessì ha esposto le sue opere a Oristano, Nuoro, Cagliari e Roma, oltre che a Escalaplano, e anche se attualmente le sue opere non sono esposte, la sua ricerca e la sua produzione non si fermano, anzi sono in programma altri progetti.

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