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Sa Domu, il nuovo brano di Claudia Aru: la denuncia sociale raccontata in una canzone, troppi giovani vanno via dalla Sardegna

Sa Domu, il nuovo brano di Claudia Aru: la denuncia sociale raccontata in una canzone, troppi giovani vanno via dalla Sardegna.

I Quattro Mori vanno ovunque se necessario, ma poi vogliono ritornare a casa. Nel videoclip la cantante villacidrese esprime la nostalgia che attanaglia il cuore degli emigrati sardi e un mosaico di immagini di sardi nel mondo accompagna la sua voce. Non un ritratto romantico, ma la denuncia di una piaga sociale che affligge l’Isola.

Dalla Muraglia Cinese alle Alpi, dagli USA all’Olanda, i Quattro Mori dominano il video della canzone Sa Domu della cantautrice Claudia Aru. La cantante ha deciso di non concentrare su di lei il video perché spiega: «La mia canzone racconta un sentimento comune che è quello della nostalgia di chi parte, quindi volevo che fosse chi si deve misurare ogni giorno con il desiderio di tornare, a raccontarlo con le immagini». La 37enne villacidrese ha lanciato un appello su Facebook, dopo aver scritto un bellissimo brano di denuncia sulla condizione di moltissimi sardi, quasi tutti giovani costretti a partire in cerca di lavoro, ha chiesto loro di inviarle un breve video di saluto dalle mille località diverse in cui sono emigrati. «Mi sono arrivati moltissimi video da tutte le parti del mondo», racconta Claudia, «e la nostra bandiera non manca mai, il senso di appartenenza è fortissimo. Anche le persone che hanno messo su famiglia fuori avvertono il legame profondo con la Sardegna».

Così si è cercato di realizzare il montaggio includendo il maggior numero di video possibile, montando anche tre filmati per volta, ma ciò che si vede rappresenta solo delle istantanee, dietro quelle sequenze ci sono tantissime storie spesso difficili, a volte i genitori rimasti nell’Isola diventano nonni a distanza, una vera privazione. Ascoltare le parole in Catalano accompagnate da quelle immagini mette i brividi: ”E pentzu a mamma, chi d’ogna borta chi da lassu mi fait malli cumenti sa prima borta”. Sarà la familiarità della lingua, sarà che tutti abbiamo almeno una persona cara che è stata costretta ad andar via, ma immedesimarsi è un attimo. “Sa domu call’est” si chiede Claudia, la casa qual è? Ed è significativo che a porre questa domanda sia una giramondo come lei: «Ho vissuto in tanti posti e ho viaggiato moltissimo, il problema non è il viaggio, ma la ragione per cui si parte, il fatto che lo si debba fare per necessità e non per scelta e soprattutto che non si possa tornare quando non si ha più voglia di stare lontani».

È stato proprio suonando nei Circoli degli Emigrati Sardi sparsi in Italia e nel mondo che la talentuosa cantautrice ha avvertito la necessità di comporre questo brano: «C’è una cosa che accomuna i sardi che vivono fuori dall’Isola: lo sguardo carico di nostalgia e malinconia, l’ho incrociato sui volti di moltissimi ragazzi, c’è un’emorragia di giovani, stiamo perdendo le forze migliori, le migliori competenze e questo fenomeno è in crescita». Alla conclusione del video vengono evidenziati dei dati relativi all’emigrazione nel 2016: in un anno la Sardegna ha perso oltre 5mila abitanti, sono emigrate una media di oltre 400 persone al mese, con un picco davvero impressionate a dicembre quando hanno lasciato l’Isola, per tornare chissà quando 994 persone. Claudia accompagnata da Simone Soro, Matteo Marongiu, Fabrizio Lai ed Emanuele Pusceddu, la sua band, ha dato voce con una canzone fresca e modernissima, a un grido d’allarme che non può passare inosservato, l’emigrazione dovrebbe essere in cima alle priorità dei politici che invece parlano solo di immigrazione, utilizzandola come spauracchio in campagna elettorale. Il messaggio che canta Claudia rivolto a chi ci governa è chiaro: “Sa Domu est aundi c’est su coru miu, s’anima mia, sa familia mia”. È inaccettabile che una terra ricchissima di risorse come la nostra lasci andar via i propri figli in questo modo.

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