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Primi veri pomeriggi di primavera: Cagliari vista dal colle di Tuvixeddu in un tiepido sole di fine marzo

tuvixeddu

Tuvixeddu

Primi veri pomeriggi di primavera: Cagliari vista dal colle di Tuvixeddu in un tiepido sole di fine marzo.

I suoni  della città spinti da una leggera brezza verso il silenzioso colle della necropoli, nel tepore del tardo pomeriggio. Nel video girato ieri, una panoramica di Santa Gilla, il sole che si riflette sullo stagno, di fronte le rocce chiare, con i millenari fori squadrati e il decollo di un aereo a rompere il silenzio.

Come sempre  a Cagliari le testimonianze di epoche  diverse si susseguono senza soluzione di continuità. In un video lungo meno di un minuto una storia millenaria. Facendo scorrere l’inquadratura lungo l’orizzonte si possono scorgere le sepolture della necropoli punica, ma basta guardare pochi metri oltre e sono le palazzine degli anni ’80 a dominare l’orizzonte. Ancora un po’ più in là si apre la vista sullo stagno che riflette la luce abbagliante del sole ancora abbastanza alto da far chiudere le palpebre. A interrompere la vista della laguna, i due alti e modernissimi palazzi del Planetario. Lungo il viale Sant’Avendrace i palazzi degli anni ’90 si alternano a costruzioni più basse che risalgono agli anni  ’60 e al boom economico. In lontananza due gru fanno pensare che la città continui a crescere, basta però voltarsi leggermente e si scorge un capannone semi diroccato della  Italcemeti, testimonianza di archeologia industriale, vestigia di una città operosa impegnata nella ricostruzione post bellica. A seguire si staglia nell’azzurro del cielo l’alto palazzo della regione  di via Trento, costruito alla fine degli anni ’50 e disegnato da Ubaldo Badas, uno dei progettisti più illustri di Cagliari. Alla fine di via Falzarego si erge una palazzina popolare dipinta di giallo e amaranto dalle linee tipiche dell’architettura del Ventennio. In alto a dominare il colle l’antica antenna protagonista delle prime trasmissioni radio in Sardegna, accanto c’è l’ormai rudere, purtroppo, del villino Mulas, splendido edificio dei primi del ‘900 in stile liberty. Infine si torna alla necropoli. Certo sarebbe bello poter tornare indietro nel tempo all’epoca dei fenici anche soltanto per i 46 secondi del video, voltarsi e osservare a perdita d’occhio la laguna, lo spazio intorno a Tuvixeddu completamente privo di costruzioni, il silenzio rotto soltanto dal suono dello scalpello  di un uomo che indossa una tunica e lavora allo scavo di un nuovo loculo. In lontananza il suono degli zoccoli di una coppia di cavalli, sono due soldati romani.. ecco un aereo è decollato da Elmas, ha rotto il silenzio e l’incanto.

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