Vaga come un oggetto abbandonato nello spazio da un po’ di tempo e ora la stazione spaziale cinese Tiangong 1 è pronta a tornare alla base, il pianeta Terra, anche se non proprio in maniera gloriosa.

Tiangong 1 ha iniziato a rotolare in maniera irregolare su sé stessa, segno che presto inizierà il suo cammino verso il rientro nell’atmosfera terrestre alla quale è attirata dalla forza di gravità. La caduta è prevista nel weekend. Solo dopo l’impatto con l’atmosfera, che non sarà certo “amichevole”, si saprà dove andrà a capitombolare. 

Quel che è certo è che secondo i calcoli degli scienziati, prima di sfracellarsi contro lo strato protettivo del nostro pianeta, eseguirà determinate traiettorie, passando sopra il Sud Italia, la zona del nostro Paese dove si renderà anche visibile. “Puntatina” anche in Sardegna per questo insolito tour con un passaggio sopra la parte più meridionale della nostra isola.

Secondo Pasquale Tricarico, scienziato italiano del Planetary Science Institute (Arizona, Stati Uniti), la stazione transiterà sopra le coste del Sulcis, sorvolando Pula, Carbonia e Carloforte. Non si esclude la perdita di frammenti.

Secondo la tradizione sarda ( ma non solo) il pane messo al contrario sul tavolo da imbandire è portatore di disgrazia e comunica mancanza di rispetto nei confronti degli altri commensali. Sicuramente i vostri nonni, almeno una volta, vi avranno sgridati nel vedervelo fare, ma forse non vi hanno mai spiegato il perchè tenevano al fatto che il pane venisse messo in tavola nel verso giusto.

Le spiegazioni sono varie e affondano le radici nell’antichità.

La prima, quella che tutti probabilmente conoscono, è legata alla religione. Il pane da sempre simboleggia il corpo di Cristo e chiaramente non è cosa bella e gradita che lo si presenti capovolto.

Ma esiste un’altra spiegazione, storica, che affonda le radici nel Medio Evo e che dalla Francia, di bocca in bocca, potrebbe essere arrivata in Italia e poi in Sardegna.  Nel Quattrocento, infatti, quando purtroppo era molto in voga la pena di morte, i fornai del regno avevano una sorta di “codice” tra loro.

Il pane è sempre stato visto, come dicevamo, alla stregua di un alimento sacro e quando i fornai erano costretti a venderlo ai boia che tanto disprezzavano, lo facevano preparandolo di bassissima qualità e porgendolo capovolto agli aguzzini. Si dice che fu per questo che il monarca Carlo VII escogitò la soluzione di far lavorare i boia incappucciati, così da non essere riconosciuti.