Sempre più forte la presenza di Huawei in Sardegna: Paci incontra i nuovi vertici del colosso cinese delle tlc
Si intensifica il legame tra Sardegna e Cina nell’ambito delle innovazioni tecnologiche. Il vicepresidente della Regione Raffaele Paci, infatti, ha incontrato in queste ore i nuovi vertici della multinazionale asiatica Huawei. Il colosso cinese dell’elettronica che nel dicembre 2016 ha
Si intensifica il legame tra Sardegna e Cina nell’ambito delle innovazioni tecnologiche. Il vicepresidente della Regione Raffaele Paci, infatti, ha incontrato in queste ore i nuovi vertici della multinazionale asiatica Huawei. Il colosso cinese dell’elettronica che nel dicembre 2016 ha deciso di investire oltre 20 milioni di euro in un progetto su tecnologie di ultima generazione sviluppato interamente in Sardegna. Il nuovo incontro tra Paci e i massimi esponenti dell’azienda è stato l’occasione per confermare la volontà di entrambe le parti nel proseguire il percorso intrapreso e per fare il punto sulle idee già sviluppate all’interno del Joint Innovation Center collocato nella sede del Crs4 di Pula.
Per chi non lo conoscesse Huawei è uno dei leader mondiali nel settore della telefonia mobile. Nel solo 2016 il colosso cinese è riuscito a conquistare circa il 30% del mercato smartphone nel nostro Paese. Ma all’interno del Parco Tecnologico di Pula Huawei non progetta telefonini o tablet. L’azienda e i ricercatori del Crs4 si stanno occupando di soluzioni innovative per le smart city. Si tratta, in pratica, di tecnologie in grado di aiutare le forze dell’ordine in caso di emergenze, di aumentare la qualità della vita dei cittadini e di ridurre gli sprechi energetici delle città. Per la Sardegna il Joint Innovation Center è una sorta di primato. Nessuna regione italiana, infatti, vanta un laboratorio di ricerca simile.
Le idee nate a Pula sono già state utilizzate in alcune situazioni d’emergenza. Per esempio, un sistema di sensori sviluppato nel Joint Innovation Center da Huawei ha aiutato il recupero delle persone rimaste intrappolate dopo il crollo dell’Hotel Rigopiano a causa di una valanga. Si tratta di un’idea unica in Europa al momento. E il divario tecnologico tra le nazioni europee e quelle asiatiche è proprio il punto su cui sta cercando di lavorare Huawei. In Sardegna e non solo. Basti pensare che solo il 76% dei cittadini europei viene raggiunto da una connessione Internet di almeno 30Mbps, mentre in Corea del Sud e Giappone circa il 99% delle persone dispone di una connessione veloce alla Rete.
Non è un caso che all’Innovation Day di Londra, nel luglio 2017, l’azienda cinese abbia dichiarato di avere in mente un piano d’investimento per i propri centri di ricerca pari a 11 miliardi di dollari. La speranza di Huawei è di aumentare le competenze digitali in Europa almeno entro il 2020. Anche perché diverse città europee sono il perfetto banco di prova per testare le nuove tecnologie per le smart city, che poi verranno riutilizzate nelle grandi metropoli mondiali. La speranza per la Sardegna invece, con la Regione che per sostenere il progetto Huawei ha speso fin qui circa 4 milioni di euro, è quello di attirare l’attenzione anche di altre aziende mondiali e di diventare un punto di riferimento nella ricerca tecnologica in tutta Europa (Roberto Pinna).
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