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Astori, il giorno dopo e quella “Sardegna che ti entra dentro”, come disse in un’intervista

Davide Astori non c’è più, se n’è andato, un infarto in albergo, il resto è la cronaca di un dramma immenso, la corsa sotto choc verso Udine, tutti insieme, in auto, papà, mamma Anna, i due fratelli Marco e Bruno. Francesca, la fidanzata invece è a Firenze, anche lei vuole partire. Resta a casa, le dicono, no voglio vederlo, risponde a tutti. A Udine arriva che è buio. Si sono conosciuti nel 2013 a una festa quando Davide giocava a Cagliari e Allegri lo chiamava «il Tedesco».

Forse allora, come scrive il Corriere, ancora s’immaginava una carriera alla Gigi Riva, una vita sull’isola, in quella Sardegna «che ti entra dentro» come raccontava in un’intervista del 2011, forse era per quello che a Cagliari ci aveva aperto anche una gelateria, zona Marina, pieno centro, lui che era un bergamasco di montagna. Le cose poi sono andate diversamente: prima la Roma, poi la Fiorentina, la fascia da capitano.

Tantissimi messaggi sui social network. Il dolore e il ricordo di Davide Astori su Twitter e Facebook, dopo la tragica morte del 31enne capitano della Fiorentina, stroncato da un malore mentre era in ritiro a Udine con la sua squadra. Dallo stesso club viola a tanti volti del mondo dello sport, il cordoglio in Rete. Niente tweet, ma una lettera struggente, dal presidente dell’Udinese Giampaolo Pozzo che ha ricordato Astori «come tifoso di calcio e, soprattutto, come padre».

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