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Carnevale in Sardegna: a Ottana da martedì si festeggia con Boes, Merdules e Filonzana

Ottana, scene del carnevale - Foto di @orso, Fonte www.panoramio.com

Con i festeggiamenti per Sant’Antonio Abate, il santo coraggioso che scese negli inferi per rubare il fuoco e donarlo agli uomini, in tantissimi centri della Sardegna fervono i preparativi per il periodo più pazzo dell’anno: il carnevale. Un evento colorato, che emana giubilo e ilarità, ma anche suggestione e viva tradizione. Una manifestazione che si afferma come un tripudio di maschere e di personaggi, tutti diversi e ciascuno con una propria identità, e che nell’Isola è una vera e propria giostra, su cui abbiamo deciso di salire per osservare da vicino i volti carnevaleschi più affascinanti che vi albergano. Oggi, questa giostra ci porta in Barbagia, e più precisamente a Ottana, dove il carnevale si festeggia con Boes, Merdules e Filonzana.

Il carnevale di Ottana – in sardo “Carrasegare de Otzana” – è tra gli eventi più coinvolgenti dell’Isola, e ciò si deve, oltre alla particolarità delle maschere tipiche, anche al fatto che tale manifestazione è saldamente ancorata al passato e ancora oggi conserva, intatti da secoli, i gesti e le ritualità di un tempo. Qui, il carnevale è una tradizione perpetua, un’esplosione di folclore, conscia e legittima erede del mondo agro-pastorale. È anche una delle ricorrenze più attese dalla comunità ottanese, durante la quale si ripropongono personaggi, ruoli e innumerevoli scene della dura vita dei campi. L’aratura, la semina, la potatura, ma soprattutto la domatura e la morte degli animali, animano le vie del paese a cominciare dal 16 gennaio, quando, alla luce dei tradizionali fuochi di Sant’Antonio Abate, Boes, Merdules e Filonzana si trascinano in un disordinato e tumultuoso corteo.

Boes, Merdules e Filonzana di Ottana – Foto di Boa Campbell, Fonte www.merdules.it

E sono proprio questi personaggi dell’antico mondo rurale a incarnare il simbolo del carnevale ottanese, protagonisti di una pantomima che si svolge al ritmo de “s’affuente”, un piatto di bronzo che viene fatto risuonare con una grossa chiave, e de “su zirodde”, una sorta di tamburo che emette un lugubre lamento. A Ottana va in scena un corteo, a tratti cupo a tratti folle, in cui compaiono anche Sos Porcos e Sos Molentes, rispettivamente maschere di maiale e di asino, Su Cherbu e Su Crappolu, il cervo e il capriolo, e, ancora, Sas Mascaras Serias, uomini e donne abbigliati in modo eccentrico che procedono saltellanti e danzanti. In questo strambo corteo, però, tra follia e disordine, la scena è tutta per Boes, Merdules e Filonzana.

Ottana, Boes e Merdules – Foto di Baldino Antonio, Fonte www.carnevalediottana.it

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 Carnevale Ottana: Boes, Merdules e Filonzana 14  

Sebbene tutte le maschere animali locali siano comunemente denominate “Merdules”, Su Merdule vero e proprio è il contadino, rappresenta il padrone, l’uomo che doma l’animale. Il suo nome potrebbe avere un’origine nuragica e, legandosi alle parole “mere” (padrone) e “ule” (bue), significherebbe, appunto, “padrone del bue”. Vestito di pelli bianche di pecora, dette “sas peddes”, Su Merdule porta sul capo un fazzoletto femminile scuro e indossa una maschera dai tratti umani, detta “carazza”, realizzata in legno di pero selvatico. Nel corteo, procede lento e ricurvo, zoppica, perché ha addosso il peso e la fatica della vita, e con “su mazzuccu”, il bastone, e “sa soca”, la frusta di cuoio, tiene a bada il suo animale. Su Boe – appunto il bue – è la vittima, l’animale da domare: veste pelli bianche di pecora, sulle spalle ha “su ferru”, un grappolo di campanacci, il suo capo è coperto da “su muncadore”, un fazzoletto femminile, e indossa “sa carazza’ e boe”, una maschera taurina, anch’essa ricavata dal legno di pero selvatico. Legato a una fune, tenuta saldamente dal suo tirannico padrone, Su Boe si ribella, sbuffa, scalcia e muggisce, travolge i presenti, tira e si trascina. Tenta con forza di fuggire, ma, alla fine, sfinito, si getta a terra. L’azione scenica di Merdules e Boes celebra il delicato equilibrio tra l’uomo e la bestia e vedrà primeggiare i primi sui secondi.

Ottana, maschera de Su Merdule – Foto di Boa Campbell, Fonte www.merdules.it

Ottana, la maschera de Su Boe – Foto di Boa Campbell, Fonte www.merdules.it

Su Boe, sfinito cade a terra – Fonte www.sonosdesardigna.wordpress.com

In mezzo al tumulto e al disordine, si scorge, poi, Sa Filonzana, che rappresenta una vecchia vedova ricurva che fila la lana: porta una maschera antropomorfa in legno, dall’espressione triste e inquietante e, sulle spalle, ha un ampio scialle nero che copre una grossa gobba. Certamente la più temuta e enigmatica figura del carnevale ottanese, Sa Filonzana incede lenta, in quel burrascoso corteo, e tiene in mano delle forbici e un fuso con fili di lana: quelli della vita. Minaccia di reciderli, invocando la fine su chiunque le neghi un bicchiere di vino e quando Su Boe cade a terra, lei gli si siede accanto, continuando imperterrita a filare.

Ottana, Sa Filonzana – Foto di Luca Pisci, Fonte www.merdules.it

La pantomima protagonista del carnevale ottanese si allaccia ai riti apotropaici delle antiche civiltà rurali del Mediterraneo. Si tratterebbe di un rito volto a ottenere piogge e raccolti abbonanti, celebrato in onore del dio Dioniso, che ogni anno rinasce a primavera, risvegliando la terra e la vegetazione. Tuttavia, l’azione scenica tra Su Boe e Su Merdule conduce anche al cosiddetto “culto del bove”, praticato sin dall’età neolitica nelle società agro-pastorali mediterranee e in cui il toro sarebbe simbolo di forza, vitalità e fertilità: un rito praticato per scacciare gli spiriti maligni e propiziare gli armenti. Su Merdule, aggiogando Su Boe, correrebbe il rischio “de si bovare”, ossia di tramutarsi egli stesso in animale e, nella rappresentazione ottanese, la messa in scena dell’avvenuta trasfigurazione è volta a esorcizzare questo rischio, evitando che ciò che accade a carnevale possa poi affermarsi come condizione quotidiana per il pastore, costantemente a contatto con le bestie. Il significato e il ruolo de Sa Filonzana, invece, sarebbero più complessi e le sue origini non sarebbero autoctone. Si tratterebbe, infatti, di un personaggio importato da altre culture: la sua figura rimanda alle Parche della mitologia greca, portatrici, anche loro, del filo della vita.

Boes, Merdule e Filonzana durante il corteo – Fonte www.sonosdesardigna.wordpress.com

Ottana, Sa filonzana intenta a filare la lana – Fonte www.itenovas.com

Se volete assistere al coinvolgente carnevale ottanese e al folle corteo delle sue maschere, gli appuntamenti cominciano il 16 gennaio, dalle ore 16.00, per “S’Ogulone de Sant’Antoni”, con “sa prima essia” di Boes, Merdules e Filonzana, e proseguiranno ancora l’11 e il 13 febbraio. Per maggiori informazioni, potete visitare il sito ufficiale del carnevale ottanese e il sito ufficiale dell’Associazione Culturale “Boes e Merdules”.

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