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“Cagliari non è mai stata Sardegna, è un malanno”: bufera sul post di un esponente del Partito dei Sardi

«Occorre forse a un Gallurese? Occorre forse a un Sassarese? Occorre forse a un Bosano? Occorre forse a un Nuorese? Occorre forse, persino, a un Oristanese? Pensate a un imprenditore, a un malato, a un qualsiasi Sardo che per qualsiasi bisogno deve andare a Cagliari, non per ammirarne la bellezza, in auto sulla SS131, in pulman o in treno. Cagliari è un malanno. “Regione maledetta”». Così inizia un lungo post molto provocatorio pubblicato su facebook da Giovanni Battista Sanna, esponente sassarese del Partito dei Sardi.

«Cagliari non è mai stata Sardegna. Non è mai stata Sardegna! -prosegue il post -. È lontana per tutti quelli che vivono nell’Isola. Persino per la storia è stata nemica; da Cagliari partivano le spedizioni punitive per massacrare le popolazioni ribelli ai padroni. Cagliari per i sardi è stata ed è il covo dei ladroni».

Sanna ricostruisce poi il percorso storico che ha portato a fare di Cagliari il capoluogo dell’isola. «Il grave errore – sostiene – fu fatto nel 1947, dai padri costituenti. Ancora una volta colpa grave ebbero i politici Sassaresi. Oggi, Cagliari da sola si mangia più della metà del bilancio regionale, più della metà dei fondi europei. Cagliari divora il sangue dei Sardi. Mantiene un esercito di pretoriani burocrati che in tutti i settori annientano qualsiasi attività lavorativa, qualsiasi intrapresa, qualsivoglia iniziativa. I Sardi, ogni giorno, devono fare i conti con Cagliari. Il Porto di Porto Torres è in perfetto abbandono perché deve prosperare quello di Cagliari. Il porto di Olbia, che gode dei vantaggi naturali, deve fare i conti con quello di Cagliari che gode dei vantaggi dei magnaccia della politica. L’aeroporto di Alghero chiude perché i turisti devono passare per Cagliari. Il Centro Sardegna e il Nord Sardegna non possono avvantaggiarsi dei progetti comunitari perché vanno alla grande città metropolitana».

Infine la provocazione: «Ma facciamo il capoluogo a Ghilarza, a Oristano, a Santulussurgiu e lasciamo Cagliari a spendersi nella sua gloria di splendida capitale sabauda, intesa come nemica della Sardegna. La Sardegna non ha bisogno di un’area metropolitana, in cui per disperazione, risiede più di un terzo della popolazione della Sardegna, come in una bidonville, in cui si recano gli abitanti del nord e del centro in cerca di un qualsiasi posto di lavoro e lasciano abbandonate e incolte le terre e i paesi del centro e del nord, che si spopolano.  La Sardegna, al contrario, ha bisogno del decentramento di tutte le funzioni regionali. Almeno di quelle regionali. Mi chiedo e chiedo ai Cagliaritani, sapete quanto è lontano Alghero, Olbia, Nuoro, Macomer? Avete mai fatto un viaggio in auto, in pulman o in treno per raggiungere l’Anglona, la Gallura, le Baronie o la Planargia? I Sardi lascerebbero a Cagliari persino tutti i soldi pubblici e anche tutti i vantaggi della nuova area metropolitana voluta da Pigliaru, Gadau, da Renzi e da tutto il PD, a condizione che lascino a tutti gli altri Sardi che abitano tutte le altre regioni della Sardegna almeno le antiche vocazioni produttive, la pastorizia, il manifatturiero, le industrie di trasformazione, il turismo, la custodia dei bacini culturali, l’agricoltura e persino la gioia di essere Sardi».

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