Site icon cagliari.vistanet.it

La magia del Natale nel cuore della montagna: da vent’anni un piccolo presepe anima il monte dei Sette Fratelli

Da vent’anni, la magia del Natale avvolge anche i monti dei Sette Fratelli. Lassù, nel cuore della montagna, tra gli alberi, il muschio e una fitta vegetazione mediterranea, c’è un piccolo angolo di pace e serenità, dove lo spirito del Natale va in scena tutto l’anno. Lo si scorge dalla vecchia statale 125, percorrendo le curve di Campuomu, in direzione dell’Arco dell’Angelo: quell’angolo di pace è come una piccola sorpresa che si mostra, al trentacinquesimo chilometro, allo sguardo dei viandanti più accorti.

Il presepe sulla Campuomu – Foto di Alessandro Pigliacampo

Proprio lì, al riparo di una roccia granitica, si svela la sorpresa di un piccolo presepe che da anni, ormai, allieta chiunque percorra quel tratto di strada. Un presepe allestito in modo semplice e suggestivo, come da tradizione: nel serafico silenzio della montagna, in una grotta, al freddo e al gelo, pecorelle, pastori, la Madonna, San Giuseppe, e un angelo che scende dal cielo, vegliano sul piccolo Bambin Gesù che riposa su un giaciglio di paglia, scaldato dal fiato del bue e dell’asinello.

Camionisti, centauri, cercatori di funghi, guardie forestali o semplici amanti della natura: sono tanti coloro che in questi anni si sono lasciati sorprendere da quel piccolo “miracolo di Natale”. E, in effetti, quel presepe è sempre lì, perfino in Quaresima, quando, in segno di lutto, viene coperto da un drappo scuro. Tra i viandanti, c’è chi si ferma per ammirarlo da vicino, c’è chi lo osserva in corsa dalla propria auto e c’è chi, ormai conoscendolo, sorride in direzione di quella magica grotta, un saluto e un omaggio a un caro e vecchio amico.

Il presepe sulla Campuomu, ai piedi del monte Sette Fratelli – Foto di Alessandro Pigliacampo

Sebbene qualcuno lo abbia ribattezzato “il presepe del viandante”, nessuno, neppure tra i forestali, conosce l’identità dell’autore: solo su una piccola targa si legge, sbiadito, il nome “Giovanni”. A prescindere da chi abbia realmente ricreato la magia del Natale nel cuore della montagna, quella sorpresa è frutto di un gesto spontaneo, un modo pensato, forse, per proteggere e benedire i viandanti in un tratto di strada, tanto suggestivo quanto pericoloso, un modo per sorprendere e strappare un sorriso al prossimo, anche quando non è Natale.

Exit mobile version