Malore in campo durante la partita di Seconda categoria (Girone C) Atletico Sanluri-Furtei. Un giocatore è stato portato in ospedale in ambulanza a causa di un infarto e la partita è stata ovviamente sospesa.

È successo questo pomeriggio a Sanluri: il calciatore, Enrico Cao, di 35 anni, durante una fase di gioco ha avvertito dei forti capogiri e ha avvisato i compagni. Poi è caduto a terra.

Subito sono scattati i soccorsi con i primi tentativi di rianimazione, grazie a un defibrillatore presente sul campo: l’ambulanza è filata comunque subito via verso l’ospedale di Brotzu di Cagliari, dove al momento si trova ricoverato in Rianimazione in prognosi riservata. Giocatori e tifosi sconvolti, l’arbitro ha deciso di sospendere la gara. Il ragazzo, sposato con un figlio, è conosciutissimo e stimatissimo in tutta la zona di Furtei.

Secondo la tradizione sarda ( ma non solo) il pane messo al contrario sul tavolo da imbandire è portatore di disgrazia e comunica mancanza di rispetto nei confronti degli altri commensali. Sicuramente i vostri nonni, almeno una volta, vi avranno sgridati nel vedervelo fare, ma forse non vi hanno mai spiegato il perchè tenevano al fatto che il pane venisse messo in tavola nel verso giusto.

Le spiegazioni sono varie e affondano le radici nell’antichità.

La prima, quella che tutti probabilmente conoscono, è legata alla religione. Il pane da sempre simboleggia il corpo di Cristo e chiaramente non è cosa bella e gradita che lo si presenti capovolto.

Ma esiste un’altra spiegazione, storica, che affonda le radici nel Medio Evo e che dalla Francia, di bocca in bocca, potrebbe essere arrivata in Italia e poi in Sardegna.  Nel Quattrocento, infatti, quando purtroppo era molto in voga la pena di morte, i fornai del regno avevano una sorta di “codice” tra loro.

Il pane è sempre stato visto, come dicevamo, alla stregua di un alimento sacro e quando i fornai erano costretti a venderlo ai boia che tanto disprezzavano, lo facevano preparandolo di bassissima qualità e porgendolo capovolto agli aguzzini. Si dice che fu per questo che il monarca Carlo VII escogitò la soluzione di far lavorare i boia incappucciati, così da non essere riconosciuti.