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Alternanza scuola-lavoro, la “bufera che non si ferma”: gli studenti si preparano alla manifestazione del 24 novembre

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La manifestazione. L’appuntamento è fissato per venerdì 24 novembre, giorno in cui i giovani e i giovanissimi dell’Unione degli Studenti manifesteranno su tutto il territorio nazionale, ancora una volta per esprimere il loro dissenso nei confronti della sempre più discussa Buona Scuola. E, soprattutto, della famigerata alternanza scuola-lavoro. Ma, proprio in vista di questa data, alcuni studenti della sezione sarda dell’Uds si sono dati appuntamento nel pomeriggio di sabato, per un flash mob svoltosi negli spazi della via Roma a Cagliari.

Il flash mob. Un’occasione, l’ennesima, per confrontarsi sul tema, ma soprattutto per prepararsi nel concreto all’appuntamento di venerdì. «Abbiamo simulato una catena di montaggio, dove gli studenti lavoratori, sfruttati, creano chiavi inglesi tramite sagome di cartone», raccontano. «Il travestimento poi è quello di Charlie Chaplin, un rimando al film Tempi moderni». Il prodotto del flash mob, poi, verrà riutilizzato in occasione della manifestazione, quando «porteremo avanti ancora una volta la nostra critica alla Buona Scuola e ai campioni dell’alternanza scuola-lavoro». L’obiettivo? «Ottenere un’alternanza scuola-lavoro che ci fornisca percorsi formativi gratuiti e realmente a misura di studente».

L’appello. Campeggia sul retro del manifesto quello che è l’appello, accorato, lanciato dalla comunità studentesca, sempre più convinta dell’inefficacia della alternanza, non per nulla ribattezzata scuola-sfruttamento e considerata alla stregua, attualmente, di un pericoloso strumento messo nelle mani di chi, in realtà, non ricerca altro che manodopera a costo zero. Perché, come si legge «siamo quelli che hanno fritto patatine al McDonald’s, piegato indumenti da Zara, fatto fotocopie negli uffici e nelle banche, che hanno lavato piatti, spostato ombrelloni sotto il sole, zappato la terra. Siamo quel milione e mezzo di studentesse e di studenti costretti ad affrontare 200 e 400 ore obbligatorie di alternanza scuola lavoro [a seconda che si parli, rispettivamente, di un liceo o di un istituto tecnico o professionale, ndr] che nel migliore dei casi risultano perdita di tempo e nel peggiore dei casi significano sfruttamento, senza tutele e senza diritti».

L’alternanza scuola-lavoro. Nel concreto, però, cos’è – o cosa vorrebbe essere – l’alternanza scuola-lavoro? Si tratta di una delle innovazioni, ormai la più celebre, fra quelle introdotte con la legge 197 del 2015, nota ai più come Buona Scuola. Un provvedimento preso al fine di – come si legge sul sito del MIUR – “favorire la comunicazione intergenerazionale e porre le basi per uno scambio di esperienze e crescita reciproca”. Uno scambio che, alla maggioranza degli studenti, continua però a sembra decisamente mal gestito.

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