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Andrea Cossu, l’Ulisse rossoblù ritrova il Verona, la squadra in cui iniziò la sua lunga carriera

ANdrea Cossu

Andrea Cossu (Nel riquadro Cossu con la maglia del Verona)

Ci sono giocatori che rappresentano una città, una squadra, dei colori. Andrea Cossu, che è cagliaritano di nascita e tifoso rossoblù sin da bambino, è, da una decina d’anni, l’emblema del Cagliari. Prima di diventare profeta in patria, però, il piccolo grande fantasista cresciuto nelle giovanili della Johannes ha dovuto sudare le proverbiali sette camicie e affrontare una vera e propria Odissea prima di tornare nella sua “Itaca”. Un’Odissea passata anche da Verona e dal Verona, avversario domenica prossima dei ragazzi di Lopez.

È il 1997 quando l’allora diciasettenne Andrea lascia Cagliari e la sua famiglia per tentare la fortuna calcistica in Veneto. Lì lo aspettano una nuova vita e un posto nella formazione Primavera della società gialloblù, che sceglie di puntare forte su di lui dopo averlo visto all’opera in Serie C2 all’Olbia.

I primi anni a Verona, per il prode e ingegnoso Andrea, sono tempi di crescita, apprendimento e prestiti: inizialmente, dal 1999 al 2001, al Lumezzane, in C1, e, in seguito, nel 2002, alla Torres. Poi, nella stagione 2002-2003, ecco il ritorno in gialloblù, dove, sino al 2005, tra alti e bassi, Cossu gioca da titolare in prima squadra, in Serie B.

Quei campionati da protagonista gli valgono la chiamata dell’amato Cagliari, che lo ingaggia per il torneo di A 2005-2006. Andrea disputa un discreto campionato ma l’eredità di Zola è pesante, troppo pesante per le sue spalle ancora fragili e strette. Suo malgrado, così, sul finire del mercato estivo 2006, Massimo Cellino gli dà il benservito e un biglietto aereo di sola andata per il Veneto.

Il rientro a Verona è amaro e difficile, contrassegnato com’è da una netta involuzione calcistica, dalla retrocessione e dalla panchina in C1. Quando tutto sembra perduto e la sensazione comune è che per il fantasista sardo, sempre più incompreso, il treno, la grande occasione siano passati, però, all’improvviso, succede qualcosa di imprevedibile: nel gennaio del 2008, Cellino lo rivuole alla sua corte e “Ulisse” Cossu, che, fino a qualche settimane prima, nelle domeniche libere, seguiva il Cagliari in trasferta insieme agli Sconvolts, accetta con gioia la proposta del presidente e torna a casa.

È la svolta: il tecnico rossoblù Ballardini, convocato pure lui al capezzale di una formazione disastrata e sull’orlo della retrocessione, da ala che era, trasforma Andrea in trequartista, aprendogli la strada a un campionato da favola. Il resto, convocazione in Nazionale compresa, la prima e unica per un calciatore nato a Cagliari, è storia, una bella storia con un finale ancora da scrivere.

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