Site icon cagliari.vistanet.it

Stranieri in Sardegna. Rumeni in calo, ma restano comunità più numerosa. Seguono senegalesi e nigeriani in forte ascesa

preghiera alla marina foto anna de lorenzo

preghiera alla marina foto anna de lorenzo

In Sardegna gli stranieri sono una presenza sempre più in crescita anche se i numeri per il nostro territorio restano comunque bassi. Studiano, lavorano e producono reddito ma nella maggior parte dei casi sono percepiti ancora come una presenza che disturba. Provengono prevalentemente dall’Europa ma anche dall’Africa, dall’Asia e in misura ridotta anche dall’America e saranno, a detta di molti, l’antidoto allo spopolamento e al calo di natalità della società sarda. Come ha detto la Professoressa Tiziana Putzolu, Consigliera regionale di parità effettiva, commentando i dati IDOS 2017, «la popolazione sarda è “in lento movimento” e vive anche lei le contraddizioni del presente, dalla globalizzazione da una parte, alle rivendicazioni autonomistiche locali dall’altra».

Nel 2016 la popolazione sarda (inclusi gli immigrati) contava 1.653.135 persone, un numero in calo rispetto al 2013 che ne contava 1.663.859, e dal 1.658.000 del 2015. Nel calcolo dei residenti in Sardegna (inclusi gli immigrati) che nel 2016 hanno cambiato residenza, 3.370 in totale, c’è sempre una preponderanza dei sardi, mentre di questo totale, gli stranieri sono solo 481.

In totale in Sardegna si contano 50.346 cittadini stranieri, di cui 26.715 femmine e 23.631 maschi. Ma la differenza nel numero di maschi e femmine, avvertono gli esperti, non è da considerarsi così com’è ma andrebbe analizzata meglio in relazione alla provenienza dei singoli gruppi. Sono, infatti, diversi i modelli di migrazione di ciascun popolo (parte il capofamiglia che manda il denaro a casa, o viceversa, parte la madre e manda il denaro a casa, ndr) così come sono poi differenti gli scenari che si creano di conseguenza nei paesi di arrivo. Se si considera, ad esempio la popolazione rumena, che pur con un calo rispetto al 2015, continua ad essere la più numerosa in Sardegna e in Italia, su un totale di 13.955 rumeni presenti nell’isola, 9.456 sono donne; diverso è il quadro per la popolazione senegalese che nel 2016 contava in Sardegna 4.470 persone di cui solo 759 femmine. Fra le comunità più numerose nell’isola, è significativo il caso di quella nigeriana che arriva alla settima posizione con 1.599 cittadini, di cui 498 femmine, arriva al 3,2% delle presenze rispetto al 2,1%del 2015.

Per quanto riguarda i nuovi nati da genitori stranieri, sono stati 445 nel 2016, il 4,4% del totale dei neonati in Sardegna. I dati relativi all’età dicono che gli stranieri residenti nell’isola hanno per la maggior parte tra i 30 e i 44 anni, di cui 7.870 maschi e 9.384 femmine, mentre segue la fascia d’età fra i 45 e i 64 anni con 5.070 maschi e 8.670 femmine, in numero ridotto ma crescente i più giovani fra 0 e 17 anni con 3.823 maschi e 3.500 femmine.

Dal punto di vista della distribuzione territoriale fra le province, la maggior parte degli stranieri risiede nella provincia di Cagliari (16.644 persone) mentre segue quella di Olbia- Tempio dove risiedono 12.011 cittadini. Diversa è l’incisione della presenza straniera nelle diverse province sarde: nella provincia di Olbia-Tempio la popolazione straniera è il 7,5% della popolazione, in quella di Cagliari il 3%, mentre nel Medio-Campidano l’1,4%.

Ma cosa fanno gli stranieri in Sardegna? Secondo i dati INAIL, ancora provvisori, circa 23.788 cittadini stranieri in Sardegna sono occupati, con un calo rispetto al 2015 quando gli occupati erano 25.032; il 70% è occupato nei servizi, il 20% nell’industria e solo il 10 %in agricoltura.

«Di fronte al problema sardo dello spopolamento nei piccoli comuni – ha commentato l’Arcivescovo Mons. Arrigo Miglio – queste presenze nuove sono una positiva provocazione per la nostra società per diventare multiculturale e multi religiosa, una spinta per conoscere meglio anche la propria cultura e risvegliare in noi la curiosità».

Exit mobile version