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Cagliari e la delinquenza: uno sguardo agli anni ’80 e ’90, tra droga, rapine, attentati e omicidi

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Cagliari ha un problema di criminalità? Sopratutto, Cagliari sta conoscendo problemi con i quali non ha mai avuto a che fare prima? C’è chi dice di sì a entrambe le domande.

Anche nel capoluogo sardo si sta diffondendo l’idea di una città in preda a una microcriminalità dilagante. I recenti titoli di cronaca parlano chiaro: i reati predatori avvengono, nel centro cittadino come nell’hinterland, e fanno il pari ad altri episodi di cronaca nera. L’accento è spesso messo sulla nazionalità dei responsabili: il problema “dei migranti“, in particolar modo “degli algerini”, è un piatto servito oramai quotidianamente sulla grande tavola dei social network. E’ tornata in auge la parola emergenza, e chi la usa vuole metterla in contrasto con le parole distensive delle Autorità, le quali escludono un aumento dei reati predatori e tantomeno l’esistenza di un problema di ordine pubblico in città.

Non tutti però sono d’accordo nel ritenere il centro storico ormai ostaggio della criminalità. Sandro Mascia, gestore dello storico “Caffè Barcellona” e da sempre residente nel quartiere, guarda a un passato abbastanza recente: «la Marina ora è tranquilla, non lo era affatto anni fa. Io stesso ho subito più di un tentativo di rapina, tutte le volte tra l’altro da sardi. Ricordo ancora, negli anni ’80, quando un sardo, in piena crisi di astinenza, cercò di rapinarmi con una siringa infetta. Quegli si che erano anni da aver paura. Una signora dopo uno scippo era morta di infarto». Per Mascia «Ora si c’è un problema con alcuni stranieri, che rispetto alla maggioranza perbene, delinque e crea problemi. Ma è solo un problema di ordine pubblico che le forze dell’ordine possono risolvere in poco tempo».

Sfogliando le pagine degli organi di stampa cittadini degli anni ’80 ’90, si trova la conferma alle parole di chi ricorda una Cagliari con problemi di criminalità ben più diffusi e gravi di ora. In un articolo di Pietro Picciau, pubblicato sull’Almanacco di Cagliari del 1992, il capoluogo ha un aspetto ben diverso dall’attuale. Si elencano uccisioni in pieno giorno fra i passanti, attentati, rapine e atti di vandalismo a cui non sembra potersi porre argine. «Cagliari è una delle città italiane ad alto rischio» recita cupamente un passaggio. «Il tasso di delinquenza minorile è ai vertici in Italia, alcune zone sono pericolose la sera sopratutto a causa di bande di giovani che compiono atti di vandalismo e aggressioni».

Almanacco di Cagliari 1992

Un uomo ferito da una banda di ragazzini. Almanacco 1992.

La cronaca cittadina non è meno ottimistica: sull’Unione Sarda si sprecano notizie quotidiane su violenze, spesso culminate in uccisioni, rapine.
Sull’organico delle forze dell’ordine, le interviste degli anni passati sembrano prese oggi: lo stesso sindacato di polizia oggi attivo nella polemica sicurezza, anche allora lamentava un organico insufficiente a contrastare la delinquenza: «Da anni chiediamo l’istituzione di un Reparto Mobile. Il commissariato S.Avendrace? Un manipolo di eroi, solo 18 persone nel mirino di una criminalità spregiudicata». Mentre il Reparto Mobile è stato in effetti creato, gli organici di allora erano certamente maggiori rispetto alle 5 unità che nel 2017 occupano l’ufficio di polizia del quartiere di Is Mirrionis.

La droga, negli anni ’80 e ’90, era il tasto forse più dolente. L’eroina , diffusissima, soprattutto fra i giovanissimi: «erano anni in cui avevi davvero paura» ricorda ancora Sandro Mascia, ripensando al suo quartiere, ai tanti giovani finiti vittima della “droga dei poveri” e costretti a vivere di piccoli reati. I numeri erano da capogiro: migliaia le persone interessate dallo spaccio e dal consumo di droga in provincia di Cagliari, 3 miliardi di lire al giorno le cifre del commercio quotidiano.

Sequestro di droga, anni 80.

I quartieri interessati erano parecchi: dai quartieri del centro, Marina in primis, fino a S.Elia, S.Michele, S.Avendrace e Is Mirrionis, Pirri, CEP, Quartucciu, Selargius. «Anche se avessimo il doppio del personale- dichiarava il questore Emilio Pazzi all’epoca – contro furti e scippi dei disperati non potremmo fare nulla, salvo sperare di cogliere i responsabili in flagrante».

L’eroina, un incubo che negli anni passati era diventata una vera e propria epidemia, nel 2017 sta nuovamente facendo parlare di sé, con le morti d’overdose avvenute nell’androne del pronto soccorso dell’ospedale Ss.Trinità. Sta avvenendo lo stesso per gli scippi e le rapine ma, a vedere le cronache del passato, si tira un sospiro di sollievo nel constatare almeno che questo non è tornato.

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