Debutto dal sapore dolce per il Cagliari che domani pomeriggio (ore 15.00, diretta Sky Calcio 4) affronterà il Crotone nel terzo turno di campionato, respirando aria di casa. Quattro mesi dopo la chiusura del Sant’Elia, i colori rossoblù tornano a colorare uno stadio, quella Sardegna Arena eretta in tempo record e con tutte le autorizzazioni necessarie. Un nuovo inizio, una nuova sfida.

« Abbiamo costruito una vittoria di squadra » ha dichiarato il presidente Tommaso Giulini, una volta aperti i cancelli in favore di cronisti e della squadra, « La squadra non sarà costretta a giocare neanche una partita lontano da Cagliari, nessuna gara casalinga della nuova stagione ci costringerà ad emigrare in continente.  È la dimostrazione che nulla è impossibile, che nessun traguardo è precluso se ci si crede davvero, se si lavora seriamente e si concentrano tutte le energie per raggiungerlo, se si ha la capacità di non farsi abbattere dagli ostacoli, se si trova la forza di perseverare e superarli, uno dopo l’altro ». Un’opera conclusa dopo averci lavorato notte e giorno, e che ora potrà ospitare per tre anni le gesta dei ragazzi allenati da Rastelli, a partire dalla gara di domani. Una vittoria simbolica festeggiata a suon di Ichnusa e di allenamenti per testare il nuovo terreno di gioco. E domani saranno ben sedicimila le persone presenti sugli spalti, sancendo anche una vittoria di marketing che si è conclusa con un nuovo record negli abbonamenti e in un assalto agli store in modo da cogliere uno degli ultimi biglietti rimasti a disposizione.

Dalla giornata di giovedì si sono rivisti anche i nazionali: Barella è giunto in Sardegna forte della roboante vittoria dell’Italia Under 21 sulla Slovenia (4-1), in una gara dove ha giocato anche il difensore Romagna e che ha sancito un pronto riscatto dalla sconfitta con la Spagna (0-3); Miangue è stato poco considerato dalla nazionale belga ed ha assistito dalla panchina la sfida contro la Turchia Under 21 mentre Ionita ha giocato nell’ennesima sconfitta della nazionale moldava nella qualificazioni ai prossimi mondiali. Tutti a disposizione seppur il centrocampista sia tornato con un piccolo risentimento muscolare, mentre degli acciaccati ha ritrovato il gruppo principale Deiola, fermo da qualche settimana per guai fisici. Ancora in differenziato Melchiorri e Rafael, non ha ancora una condizione accettabile il terzino Van Der Wiel. Poco male per lo staff tecnico rossoblù che ha già ben in mente la formazione titolare in vista dello scontro col Crotone, visto che verrà confermato l’undici delle prime due gare di campionato con la sola eccezione di Pavoletti al centro dell’attacco.

Buone notizie anche per il Crotone che perde solo Izco e Tonev ma vede confermati i titolari. L’allenatore Nicola e la dirigenza calabrese vedono di buon occhio la gara di domani per fare un balzo in classifica e staccare il Cagliari dopo tre giornate. A dirigere le velleità delle due squadre sarà l’arbitro toscano Daniele Doveri, coadiuvato dagli assistenti Bindoni e Vivenzi, mentre quarto uomo della gara sarà Martinelli. Designati infine Manganiello al VAR e Fourneau come AVAR. Per Doveri si tratta della undicesima gara coi rossoblù: una sola vittoria (ad Is Arenas contro il Bologna), cinque sconfitte e quattro pareggi. Nella passata stagione si segnala l’1-1 in casa del Pescara.

Probabili formazioni.

CAGLIARI (4-3-1-2): Cragno; Padoin, Andreolli, Pisacane, Capuano; Ionita, Cigarini, Barella; Joao Pedro; Sau, Pavoletti. All. Rastelli

Panchina: Crosta, Daga, Miangue, Romagna, Ceppitelli, Faragò, Deiola, Dessena, Cossu, Giannetti, Farìas.

Indisponibili: Melchiorri, Van Der Wiel, Rafael

CROTONE (4-4-2): Cordaz; Faraoni, Ceccherini, Cabrera, Martella; Rohden, Mandragora, Barberis, Stoian; Trotta, Budimir. All. Nicola

Panchina: Festa, Viscovo, Ajeti, Simic, Kragl, Cuomo, Faraoni, Crociata, Tuminello, Simy

Indisponibili: Izco, Nalini, Tonev

E’ passato quasi un anno da quel giorno dello scorso giugno quando Federica Ghiani, veterinaria di Cagliari, riesce a strappare dalle fauci del suo adorato cane da guardia Guido, un piccolo passerotto. Sono trascorsi quasi 365 giorni e Paolo, così ha chiamato l’uccellino, non solo sta benissimo ma è diventato il re della sua casa.

Federica vive perennemente col piccolo pennuto sulla spalla, in testa, sul dito: lui non si stacca mai da lei, dimostrando una riconoscenza che solo gli animali sono in grado di provare. I video e le foto delle loro giornate vengono pubblicati quotidianamente sugli account social della veterinaria scatenando valanghe di affetto e anche curiosità relativamente alla vita in comune della strana, bellissima coppia (Facebook, Tik Tok, Instagram).

“Ho salvato Paolo dalle grinfie del mio amatissimo cane che, essendo da caccia, seguiva semplicemente la sua natura. Da allora la mia vita è cambiata. Mai avrei creduto che un passero, un animale libero e per niente incline ai “rapporti sociali”, potesse affezionarsi così a un umano fino a rispondere alla mia voce, quando lo chiamo. E’ semplicemente incredibile”.

Paolo vive in casa con Federica e la sua famiglia ed è legatissimo anche al marito e ai figli ma la sua “mamma” è lei che, d’altronde lo ha accudito e curato fin dal suo arrivo in casa, l’anno scorso. “Una delle cose che più mi lasciano stupefatta, ci racconta, è che Paolo non era piccolissimo d’età quando è stato catturato da Guido. L’imprinting non gliel’ho dato io. Si, io l’ho salvato ma è lui che ha deciso di trasferirsi qui!”.

E da allora pranzano insieme condividendo ciò che c’è sulla tavola, dormono insieme, trascorrono le giornate in perfetta sintonia, l’uno monitorando attentamente gli spostamenti e le attività dell’altra. “Quando devo uscire lui resta in un punto preciso della casa e aspetta il mio ritorno. Non appena apro la porta lo chiamo e lui vola felice da me, proprio come fa Guido scodinzolando!”.

Per chi se lo chiedesse Paolo no, non scappa: “Quando apro la finestra capita che mi accompagni in terrazzo ma poi ritorna subito dentro casa in autonomia, ormai questo è il suo nido, qui, dove viviamo noi, tutti insieme. E per ora va benissimo così perché lui non conosce i pericoli del mondo esterno, non potrebbe sopravvivere tra predatori, intemperie, ricerca di cibo. E se un giorno deciderà di volare via sarò felice per lui e onorata di aver trascorso parte della mia vita insieme a una creatura che, inaspettatamente considerata la sua natura, mi riempie di affetto e riconoscenza”.