Cambio al vertice del Comando provinciale della Guardia di Finanza di Cagliari. Il Generale di brigata Giampiero Ianni, in servizio a Cagliari dal 2015, lascia il testimone al Generale di brigata Patrizio Vezzoli in arrivo da Roma. Dopo due anni di intenso lavoro nella provincia di Cagliari, Ianni lascia l’isola per ritornare a Roma dove sarà Comandante del Nucleo speciale antitrust.

«Noi siamo al servizio della collettività e la comunità deve sapere che noi siamo sempre a presidio dei cittadini onesti con la collaborazione di tutte le forze dell’ordine e delle altre autorità – ha sottolineato Ianni -. Dobbiamo ridare la fiducia ad una terra che sta ripartendo, la collettività sarda ha tutti i valori per ripartire e merita di riprendersi. Questo me lo ha dimostrato». Sono parole di augurio per una terra che è stata anche la sua per due anni e che non dimenticherà. «È una terra stupenda, ho notato che il popolo sardo è autentico e ha delle tradizioni e una cultura alle quali i sardi sono molto legati. Mi sento sardo di adozione – ha concluso – e porterò un po’ di sardità con me».

Ianni conclude il suo servizio oggi pomeriggio, quando nel corso di una cerimonia interna, passerà le consegne al Generale Patrizio Vezzoli, classe 1960, bresciano ma proveniente da Roma dove ha diretto il Comando tutela economia e finanza e ha alle spalle una lunga carriera in diverse regioni italiane.

«Il mio impegno sarà un continuum con quello del Generale Ianni – ha detto Vezzoli -, e si concentrerà sul contrasto all’evasione, elusione e frode fiscale, all’impiego illecito di fondi pubblici, alla diffusione prodotti contraffatti e al traffico sostanze stupefacenti. In questo lavoro siamo responsabili davanti ai cittadini – ha ribadito Vezzoli -, dobbiamo rendere conto a loro e chiediamo per questo sempre la loro collaborazione».  E sulla terra che lo ospiterà nei prossimi anni e che non conosce ancora bene, dice: «Cercherò di non farmi distrarre dalla bellezza della Sardegna».

Donne sarde, donne di carattere. Lo si dice spesso e a volte la storia interviene a corroborare questa tesi. Un primato in rosa molto particolare spetta infatti a una donna sarda, Grazia Pinna, cagliaritana residente in Toscana. Nel febbraio del 1979 passò alla storia per essere stata la prima donna arbitro d’Italia.

Come racconta un articolo de L’Unione Sarda del 14 febbraio 1979, Grazia Pinna, precedentemente commessa della Rinascente di Cagliari, dal «corpo minuto e gli occhi intensi», si era trasferita dal 1962 in Toscana per seguire il marito, un pasticciere, poi scomparso prematuramente. Allora 35enne, vedova e madre con due figli, fu scelta ufficialmente dall’Uisp per arbitrare partite di calcio.

Un primato conteso però da altre donne, tutte sarde o con legami con la Sardegna. Quando infatti uscì la notizia di Grazia Pinna, una 32enne di Guspini cresciuta a Terralba ed emigrata a Roma, Agnese Carta, raccontò di aver arbitrato da più tempo per conto della Fia. Come lei altre due donne, Placida Marrosu, anche lei sarda, e Paola Oddi, romana, ma sposata con un uomo di Bitti. Tutte in realtà arbitravano match da diversi anni. L’eccezionalità di Grazia Pinna fu proprio il riconoscimento da parte dell’Uisp, allora ancora negato dalla Figc, autorità competente per le altre tre donne.

Di chiunque sia stato il primato, una cosa è certa: per “mettere la gonnella” a un arbitro ci voleva per forza di cose una sarda.