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Stranieri a bordo del Ctm, il racconto di una lettrice: “Stessa scena a maggio con lo stesso controllore”

Bus linea 5 - Foto Ctm

Il caso del migrante pakistano allontanato dal personale del Ctm perché non aveva il biglietto obliterato, raccontato con un video dalla testata Youtg, continua a far discutere non solo la Sardegna, ma tutta Italia. Ieri il Ctm ha diffuso una nota in cui difendeva l’operato dei suoi controllori sostenendo che l’uomo fosse sul bus della Linea 5 da almeno due fermate e che quindi volesse obliterare il biglietto solo dopo aver avvistato i controllori. Viola Mari, una lettrice di Vistanet, ci ha scritto per raccontare un episodio molto simile a quello del video in cui però a difendere un altro passeggero straniero era rimasta sola, isolata dagli altri passeggeri. Questo, il contenuto della lettera inviataci da Viola Mari:

«Qualche mese fa è successa una situazione simile in mia presenza, ma il giorno sono stata l’unica a difendere un ragazzo pakistano. Nel video reso pubblico mi pare inoltre di riconoscere lo stesso controllore. Io avevo fatto una foto sia al pullman che al controllore ma avevo poi deciso di non divulgare la notizia. Il 24 maggio salgo sul pullman dalle porte posteriori e mi siedo dietro, affianco alle porte da cui ero appena entrata. Vicino a me un altro ragazzo italiano. Alla fermata successiva alla mia, sale sempre da dietro un ragazzo pakistano che quasi rimane chiuso tra le portine. Questo per ribadire che avevo notato la sua salita e mi ero spaventata. Contemporaneamente dalle porte anteriori salgono i controllori, sempre in coppia come da regolamento. E come da regolamento l’autista è obbligato, nel momento in cui i controllori salgono a bordo, a bloccare le obliteratrici, poste di fronte alle porte anteriori e posteriori. Quindi sali e obliteri: questo è il meccanismo. Uno dei due si sposta subito dietro, mi chiede il biglietto, glielo mostro e contemporaneamente chiede il documento al ragazzo pakistano in piedi di fronte all’obliteratrice con il biglietto in mano. Il controllore inizia a dire che non funziona così, che non si oblitera quando si vedono i controllori, che ormai erano bloccate. A quel punto mi rivolgo al controllore e gli faccio notare che il ragazzo è salito in quel momento, insieme a loro, che almeno gli lasciasse il tempo di obliterare. A quel punto mi è stato chiesto di farmi gli affari miei, che non stavo dicendo la verità, che il ragazzo non era salito in quel momento ma stava cercando di imbrogliarli. Ho cercato di insistere spiegandogli che non era così, che era veramente salito in quel momento. Che motivo avevo di mentire? Il controllore ha cercato di affermare le sue ragioni dicendo che loro non facevano differenza di colore, che si comportavano così con tutti e che dovevo lasciargli fare il suo lavoro, che le telecamere c’erano e il ragazzo poteva contestare la multa entro 30 giorni. In tutto questo il ragazzo, chiaramente con poca conoscenza dell’italiano, non è riuscito a dire nulla o a difendersi, figuriamoci capire “contestare la multa”. Mi giro, chiedo il supporto del ragazzo che era vicino a me, che per forza doveva aver visto tutto. La faccia dell’ignavia. Tralascio gli epiteti che mi sono stati rivolti da certi personaggi presenti sul pullman. Le cose nel mio caso non sono proprio andate come mostrato nel video dell’altro giorno. A quanto pare ci sono alcuni controllori che evidentemente sfruttano la loro posizione per mettere a punto una propria giustizia personale, ma soprattutto ritengo inaccettabile che un cittadino italiano che paga regolarmente il biglietto non venga creduto perché tacciato di buonismo. Chi prende abitualmente il pullman sa benissimo che spesso non è così facile obliterare. Non trovi il biglietto oppure alcuni signori anziani aspettano che il pullman si fermi alla fermata successiva perché non riescono a mantenersi bene in equilibrio. Se fosse stato un signore anziano o un ragazzo o chiunque, ma italiano, se fosse stato italiano mi avrebbe creduto il controllore? La mia azione non è stata un’azione buonista. L’ho fatto perché era la verità e se fosse successo a me mi sarebbe piaciuto che qualcuno mi difendesse. Perché siamo tutti uguali e trovo che prendersela con dei ragazzi e dare per scontato che stiano viaggiando gratis solo perché vengono da un altro paese sia razzista. E forse Ctm dovrebbe iniziare a controllare di più l’operato dei suoi controllori».

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