Migranti negli hotel. Da qualche anno a questa parte, per andare incontro all’esigenza pressante di trovare un posto dignitoso ai migranti che arrivano in Italia, anche molti alberghi della Sardegna hanno aperto le porte delle proprie strutture al sistema di accoglienza, a fronte di rimborsi da parte dello Stato. Fino ad oggi queste strutture avevano accesso agli incentivi per il turismo. Un emendamento al testo unico in materia di Turismo proposto dall’opposizione in Consiglio regionale poi approvato oggi lo ha vietato. 

L’emendamento è stato proposto dal consigliere di Forza Italia Antonello Peru ed è stato votato a scrutinio segreto su richiesta del capogruppo, sempre di Forza Italia, Pietro Pittalis. «Si tratta di distinguere la vocazione turistica dalla semplice accoglienza – ha osservato Peru – ed è un chiaro segnale a chi ha scommesso sul turismo».

La Regione Sardegna mette a disposizione questi incentivi per ammodernare e rendere più efficienti le strutture ricettive della Sardegna. Possono essere usati per installare reti wifi, realizzare infrastrutture per disabili, ristrutturare i locali e per la messa in sicurezza degli impianti. Chi usufruirà di questi incentivi non potrà accogliere migranti nella propria struttura per i successivi cinque anni dalla data di concessione.

Donne sarde, donne di carattere. Lo si dice spesso e a volte la storia interviene a corroborare questa tesi. Un primato in rosa molto particolare spetta infatti a una donna sarda, Grazia Pinna, cagliaritana residente in Toscana. Nel febbraio del 1979 passò alla storia per essere stata la prima donna arbitro d’Italia.

Come racconta un articolo de L’Unione Sarda del 14 febbraio 1979, Grazia Pinna, precedentemente commessa della Rinascente di Cagliari, dal «corpo minuto e gli occhi intensi», si era trasferita dal 1962 in Toscana per seguire il marito, un pasticciere, poi scomparso prematuramente. Allora 35enne, vedova e madre con due figli, fu scelta ufficialmente dall’Uisp per arbitrare partite di calcio.

Un primato conteso però da altre donne, tutte sarde o con legami con la Sardegna. Quando infatti uscì la notizia di Grazia Pinna, una 32enne di Guspini cresciuta a Terralba ed emigrata a Roma, Agnese Carta, raccontò di aver arbitrato da più tempo per conto della Fia. Come lei altre due donne, Placida Marrosu, anche lei sarda, e Paola Oddi, romana, ma sposata con un uomo di Bitti. Tutte in realtà arbitravano match da diversi anni. L’eccezionalità di Grazia Pinna fu proprio il riconoscimento da parte dell’Uisp, allora ancora negato dalla Figc, autorità competente per le altre tre donne.

Di chiunque sia stato il primato, una cosa è certa: per “mettere la gonnella” a un arbitro ci voleva per forza di cose una sarda.