Inaugurato oggi un salone di bellezza per le detenute al carcere di Uta
Un salone di bellezza con lavatesta, specchi, pettini, spazzole, piastre e phon nonché shampoo, balsamo e lacca è stato inaugurato questa mattina al Carcere di Uta in occasione del quinto appuntamento con “Benessere…Dentro e fuori”, l’iniziativa che l’associazione “Socialismo Diritti
Un salone di bellezza con lavatesta, specchi, pettini, spazzole, piastre e phon nonché shampoo, balsamo e lacca è stato inaugurato questa mattina al Carcere di Uta in occasione del quinto appuntamento con “Benessere…Dentro e fuori”, l’iniziativa che l’associazione “Socialismo Diritti Riforme” e il Centro Estetico “Dalle ceneri della Fenice” dedicano alle detenute della Casa Circondariale di Cagliari-Uta.
Organizzato con la collaborazione dell’Area Educativa dell’Istituto, il progetto è finalizzato alla valorizzazione dell’immagine femminile e all’attivazione di strategie per favorire la convivenza nella sezione destinata alle donne all’interno del Villaggio Penitenziario.
«Con l’arrivo dell’estate – spiega Maria Grazia Caligaris, presidente di Socialismo, diritti e riforme – la vita dentro le strutture detentive diventa più pesante e noiosa. Le giornate trascorrono lente e talvolta le tensioni si moltiplicano. Disporre di uno spazio attrezzato come Parruccheria può offrire un’occasione ulteriore di socialità e l’opportunità di promuovere un corso di formazione che possa aprire un futuro professionale a qualche donna privata della libertà. La donazione e la generosità di saloni di parrucchiere e di cosmesi ci hanno consentito di dare vita all’iniziativa».
Hanno contribuito alla realizzazione della Parruccheria con i prodotti il Salone “Le Parrucchiere” di Cagliari, “Maat Cosmesi” di Sestu.
Come eravamo. Anni ’60: centinaia di donne addette alla lavorazione dei pomodori negli stabilimenti Casar
Una preziosa testimonianza delle origini della grande industria alimentare nell'Isola.
Pomodori e Campidano: un connubio inscindibile di un’eccellenza tipica di questo territorio.
Così come inscindibile è il rapporto dei sardi con un’azienda della zona che ha standardizzato (tra le prime) la lavorazione delle conserve di pomodoro: la Casar di Serramanna.
Queste foto, pubblicate sulla pagina Facebook dell’azienda campidanese, raccontano di un passato che in tanti (e soprattutto in tante) ricordano benissimo. Centinaia di donne nelle fabbriche di Serramanna alle prese con la preparazione di pelati, concentrati e passate. Una preziosa testimonianza delle origini della grande industria alimentare nell’Isola.
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