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Lungomare Poetto, Comune di Quartu: nessuno stop alla Movida dopo le 22

Movida sì, movida no. Movida solo un po’, movida non so. Il Comune di Quartu Sant’Elena ha pubblicato oggi un comunicato in cui vuole fare chiarezza sul lungomare Poetto, dove da qualche anno si è spostata gran parte della movida estiva di Cagliari e hinterland. Quello delle 22, nei regolamenti comunali è solo «il confine tra diurno (6-22) e notturno (22-6), durante il quale si può comunque mettere musica, nel rispetto dei decibel previsti per le varie zone cittadine», si legge nel testo del comunicato.

Nelle ultime ore si era sollevato un polverone dopo che la Giunta guidata dal sindaco Stefano Delunas, dopo aver revocato l’ordinanza dello scorso giugno che premetteva musica fino all’una del mattino, ha revocato anche l’ordinanza del 2015 in cui di fatto Quartu Sant’Elena si apriva alla movida 24 ore su 24.

Insomma, tanto rumore – è proprio il caso di dirlo – per nulla, se fosse come sostiene il Comune di Quartu Sant’Elena. Movida sì, ma a volume un po’ più contenuto. Sta di fatto che le norme citate nel documento risultano un po’ ambigue e interpretabili e questo sta generando qualche malumore tra gli operatori, che hanno investito non poco nella creazione di serate notturne capaci di attirare il grande pubblico.

«Nel Piano di Classificazione Acustica inoltre – si legge nel comunicato – si regolamenta la possibilità di avere delle autorizzazioni in deroga. Anche in questo caso, però, si fa riferimento ai decibel, senza ulteriori precisazioni per quanto riguarda gli orari. Il testo precisa infatti che possono svolgersi, per un massimo di 15 giorni all’anno, manifestazioni o attività di particolare interesse pubblico nelle quali vengono oltrepassati i limiti previsti dalla classificazione acustica. La richiesta di autorizzazione in deroga deve contenere le opportune informazioni tecniche; l’ufficio comunale competente entro 20 giorni dalla richiesta di autorizzazione, dopo aver verificato il rispetto di tutte le normative comunali e previo parere favorevole dell’Arpas, rilascia il proprio nullaosta, che potrà comunque essere concesso con prescrizioni su livelli massimi consentiti, ed eventualmente orari e precauzioni tecniche da prendere per contenere il disturbo. L’impossibilità di rispettare i limiti massimi richiesti dall’ufficio competente o la non compatibilità dell’attività richiesta con l’area in cui si va ad insediare potrebbero ovviamente essere causa di diniego».

Praticamente i titolari dei locali, dovranno volta per volta chiedere al Comune l’autorizzazione per serate caratterizzate da emissioni sonore superiori ai limiti consentiti. Nessun divieto, ma tante scocciature e pratiche burocratiche che se non saranno compilate per bene, rischiano di far saltare gli appuntamenti su cui i locali puntano maggiormente. Nelle settimane scorso molti di loro si erano incontrati più volte e avevano chiesto al sindaco Delunas un regolamento chiaro e univoco.

 

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