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Addio Stadio Sant’Elia. Il primo giugno amichevole “all star” per salutare l’impianto cagliaritano

Il giorno della sua inaugurazione, il 12 settembre del 1970, il Cagliari scese in campo con lo Scudetto nella maglia, conquistato nella stagione precedente al termine di una cavalcata inarrestabile culminata il 12 aprile nella vittoria all’Amsicora per due a zero contro il Bari. Il battesimo del nuovo impianto fu la partita di Coppa Italia contro la Massese, e a firmare la prima rete del nuovo stadio non poteva che essere Gigi Riva. Vittoria per quattro a uno, dopo Rombo di Tuono autore di una doppietta, completarono il tabellino Bobo Gori su rigore e un autogol del toscano Zanda.

Il Sant’Elia in costruzione

L’erede dell’Amsicora fu progettato nel 1964 dall’architetto Antonio Sulprizo e dall’ingegner Giorgio Lombardi, che inizialmente avevano previsto un impianto per 35 mila posti su un unico anello, salvo poi essere costretto a ripensare ad un ampliamento che, complici le vittorie di Riva e compagni, si rese assolutamente necessario, tanto che la capienza fu portata a 70 mila spettatori, 10 mila dei quali con posti in piedi. Numeri che oggi possono sembrare esagerati, ma che si rivelarono addirittura insufficienti quattro giorni dopo, con l’esordio vittorioso del Cagliari in Coppa dei Campioni contro il Sant’Etienne (3-0).

Il debutto del Cagliari in Coppa dei Campioni nel nuovo stadio (a destra il capitano Mario Cera)

L’anno dopo arriva la Nazionale, prima delle quattro visite degli azzurri al Sant’Elia. Una partita nella quali l’allora c.t. Valcareggi schierò una formazione “sperimentale” contro la Spagna. Il pubblico di Cagliari però fischiò l’Italia, non tanto per la sconfitta tre a uno subita dalle furie rosse, quanto per il fatto che non venne schierato nessun giocatore del Cagliari in quell’occasione. Questo episodio costò alla città una sorta di esclusione dalle partite dell’Italia fino al 1989, quando gli azzurri tornarono a far visita a Cagliari per uno scialbo zero a zero amichevole contro l’Argentina. In quei primi anni il Cagliari conquistò il miglior piazzamento per il Sant’Elia con un quarto posto nel 1971-72.

L’inaugurazione del Sant’Elia

Ma nello stadio che chiuderà i battenti il prossimo 1 giugno con un’amichevole fra Vecchie Glorie del Cagliari e una formazione all star ancora da scoprire, le gioie dei primi anni non sono state le uniche. Il vento dell’Europa è tornato a soffiare fra le tribune del Sant’Elia nella stagione 1993/94, con la cavalcato dei rossoblù guidati da Bruno Giorgi, che arrivarono fino alla semifinale Uefa conquistata grazie all’indimenticabile campionato precedente, quello della “Banda Mazzone”, come veniva chiamato il Cagliari di Matteoli e Francescoli che regalò ai tifosi la qualificazione in coppa.

Lo stadio durante una gara dei Mondiali 90

La struttura cagliaritana visse altri momenti di gloria nel 1990, quando fu scelto come sede degli incontri di un girone del Mondiale ospitando tre partite dell’Inghilterra, rispettivamente contro Irlanda, Egitto e Olanda

E poi le promozioni in Serie A, quelle di Tiddia, Ranieri, Ventura, Rastelli, ma anche l’incubo della Serie C e delle retrocessioni.

Ma quando si parla dello Satdio Sant’Elia, non si possono non ricordare i problemi di agibilità che l’impianto ha dovuto affrontare nei suoi 47 anni di vita. Un presagio su un impianto problematico da questo punto di vista ci fu già due mesi dopo la sua inaugurazione, a causa di un incendio procurato da un operaio addetto alla manutenzione, che buttò un mozzicone di sigaretta sopra una pozza di carburante. Sotto l’area che ospitava lo stadio passavano infatti le tubature dirette al deposito carburanti dell’Esercito presso Monte Urpinu.  Un primo cambio di “look” dello stadio arrivò però nel 1987,  quando la struttura subì una nuova ristrutturazione per poter ospitare alcune partite del Mondiale organizzato in Italia nel 1990. Un ammodernamento che portò a una riduzione dei posti a sedere, diminuiti a circa 44 mila in seguito alla posa dei seggiolini in tutti i settori, l’aumento dei parcheggi e la costruzione della copertura di legno sopra la tribuna stampa.

Una veduta aerea dello stadio con le tribune Dalmine

Ma i guai veri arrivano negli anni 2000. I problemi di agibilità iniziano nel 2002, con la chiusura di singoli settori per il pericoli crolli, la posa delle tribune Dalmine nella pista di atletica dell’impianto, e culminarono nell’esilio di Trieste del 2012. Quindi il ritorno a Cagliari nel 2014 e il viale del tramonto. Domenica contro il Milan l’ultimo atto del Sant’Elia, con il saluto alla Serie A, mentre il primo giugno sarà il giorno dell’addio, con l’amichevole per salutare il teatro di gioie e dolori del Cagliari e dei suoi tifosi. Dal giorno dopo comincerà una nuova storia, con la demolizione e la costruzione di un impianto completamente nuovo. Nel frattempo, il Cagliari giocherà le sue partite in un impianto provvisorio, che verrà costruito nell’area dei parcheggi dalla parte dei Distinti, la Sardegna Arena

 

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