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Sit in di protesta contro le esercitazioni militari: pacifisti sotto il Consiglio regionale

Foto dal profilo FB A Foras

Oggi erano in 250 circa a manifestare di fronte al Consiglio regionale in via Roma: dalle 10.30 di stamattina le organizzazioni  Libe.r.r., Comitato Gettiamo le Basi, Su Giassu, Tavola Sarda della Pace, Sardigna Libera, Sardigna Natzione Indipendentzia, Confederazione Sindacale Sarda, stabilmente impegnate nella lotta contro l’occupazione militare della Sardegna, hanno indetto un sit-in popolare di protesta.

Pescatori e organizzazioni sul piede di guerra per lo stop forzato alle attività di pesca nello specchio di mare fra Pula e Costa Rei, nel sud Sardegna, a causa delle esercitazioni militari. L’operazione “Mare Aperto 2017” è iniziata l’8 di maggio a Capo Teulada e durerà 10 giorni, con l’interdizione dell’area di mare tra Porto Pino a Punta Niedda. I pescatori di Federcoopesca, Agci e Armatori sardi avevano già lanciato un appello alla Regione Sardegna affinché condividesse le argomentazioni dei pescatori sardi, già allo stremo per la crisi esistente. «Come associazioni di categoria pesca, ci mobiliteremo per capire se ci sarà la possibilità di opporsi legalmente ad eventuali repliche di questo brutto film e – annunciano – per indennizzare le marinerie del sud Sardegna per i danni subiti da questi 15 giorni di incomprensibile e ingiustificata limitazione del diritto al lavoro per i pescatori».

Oggi sono entrati in azione i pacifisti ai quali non è bastato quanto affermato dal presidente della Regione, Francesco Pigliaru, sull’impegno preso dalla Marina militare di interrompere le operazioni il 14 maggio, sei giorni prima della data prevista. «L’esercitazione si è fermata solo in due bracci di mare, mentre nelle altre zone costiere continuerà normalmente fino al 20», hanno sostenuto i manifestanti.

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