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Dimonios: la leggenda della Brigata Sassari nata a causa di una rissa furibonda

Quello che è certa è la data: il 1° marzo del 1915. Documenti e libri di storia fissano in quel giorno la nascita della Brigata Sassari, e si conosce anche il fatto che l’unità sassarina fu il risultato dell’accorpamento dei diversi mandamenti che costituirono un corpo su base regionale, in modo che si sviluppasse lo spirito di cameratismo, facendo leva sulla cultura della “balentìa“.

Un sentimento di solidarietà fra i componenti di questa brigata accresciuto dal fatto che intere squadre furono formate totalmente da uomini dello stesso paese e persino da parenti. Ciò che invece si conosce meno è il motivo che indusse lo Stato Maggiore a costituire una brigata formata soltanto da sardi. La versione ufficiale, riportata anche nel sito della Brigata Sassari, è la necessità dell’Esercito Italiano di dotarsi di una forza grezza, “un gruppo coeso per appartenenza territoriale e, forse ancora di più, dotarsi di una forza di intervento con delle caratteristiche culturali e politiche ben definite” e rispondeva a questa esigenza il fatto che la quasi totalità dei componenti della nuova brigata apparteneva, al momento della sua nascita, alle categorie dei contadini e dei pastori.

I “Dimonios” in una foto del 1917

Ma andando a scovare aneddoti e testimonianze, anche dopo tantissimi anni, emerge un episodio particolare che sembra fu la scintilla che portò alla nascita della leggenda dei “dimonios”. Fra le testimonianze raccolte negli ultimi anni, la più credibile sembra quella raccontata qualche anno fa a La Nuova Sardegna da Daniele Lostia Falchi, detto Lelle, di Orotelli. Suo padre Andrea, classe 1894, era un artigliere arruolato nell’Esercito nel 1912. Un ragazzo introverso ma deciso e determinato, che aveva già dato prova delle sue capacità tanto che gli fu assegnata una medaglia per esser riuscito nell’impresa far sparare il gigantesco cannone da 420 millimetri, al tempo in fase di collaudo. Lelle non conobbe l’episodio che portò alla nascita della Brigata Sassari direttamente dalle parole di suo padre, ma grazie ai racconti dei commilitoni di Andrea, in particolare di un certo Bonariu Sanna di Bitti. Bonariu raccontò a Lelle che quando svolgeva il servizio di leva a Genova, ogni qualvolta i soldati sardi si trovavano fila per il rancio o per lavarsi, venivano ributtati indietro a gomitate: «I continentali si credevano superiori ed erano molto più numerosi di noi – ricordava Bonariu -Ma dal giorno che gli abbiamo dato quella batosta con tuo padre Andrea le cose sono cambiate e noi sardi passavamo avanti ai continentali nelle file».

Ecco quindi l’episodio che i libri di storia sembrano aver taciuto per tanto tempo. Stanchi di quel trattamento, Bonariu e i suoi compagni sardi si rivolsero esasperati ad Andrea Lostia, che nel frattempo era diventato attendente del capitano, cercando il suo appoggio: «E non bides, Andrì, chi no sunu piccande a truba, e non intendes cussu romanu a punzoso serradoso e brazzoso arzadoso abbochinande chi pro isse bi cherete totta sa Sardigna (non vedi Andrea che ci fanno filare come bestie, e non senti quel romano che a pugni serrati e a braccia alzate urla che per stendere lui ci vuole tutta la Sardegna)”. La risposta Lostia fu la scintilla che tutti i sardi, vessati , aspettavanoE boisi itte sezzisi ispettanne a l’istrubbare a susu chin corazu e animu determinadu chenza los timere, poi li damus a bidere chi no bi cheret totta sa Sardigna pro los crepare e los isperdere? (e voi cosa state aspettando a saltargli addosso con coraggio e con determinazione senza temerli, poi gli facciamo vedere che non ci vuole tutta la Sardegna per dargli una lezione e farli scappare)». Fu così che si scatenò una terribile rissa, e a farne le spese furono i “continentali“, sorpresi dalla furia di quel manipolo di sardi inferociti. Un sergente maggiore fu addirittura accoltellato in pancia. Il generale, di cui però Lelle non ricorda il nome, rimase stupito di come quei pochi sardi riuscirono a sconfiggere un intero reggimento, e decise di convocare tutti gli ufficiali, ai quali disse: «Se è vero, come è vero, che un gruppo di sardi riesce a sbaragliare un reggimento al completo, allora se riusciamo a formare una brigata di soli sardi potremmo vincere qualsiasi guerra». Il resto si trova nei libri di Storia.

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