Quattro studenti cagliaritani scelti per uno stage in una delle più importanti società di consulenza in Europa
Quattro studenti dell’Università degli Studi di Cagliari cominceranno presto uno stage nelle sedi della Bip – Business Integration Partners, una delle principali società di consulenza in Europa, e altri sette sosterranno presto un nuovo colloquio per confermare di essere idonei
nfatti 20 gli studenti sardi, laureandi e neo-laureati delle facoltà di Scienze economiche, giuridiche e politiche e di Ingegneria e Architettura che hanno avuto la possibilità, nei locali del Centro per l’innovazione e l’imprenditorialità di UniCa, di farsi conoscere dai recruiter e dai manager della società secondo le modalità previste dal nuovo approccio. I candidati sono stati esaminati mentre lavoravano su progetti concreti in piccoli gruppi e durante successive occasioni di presentazione e confronto: un approccio che rende possibile l’osservazione di dinamiche e attitudini personali che emergono in maniera naturale e spontanea come di norma non accade durante una tradizionale intervista individuale.
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Le fave: sapevate che sono i legumi più coltivati in Sardegna?
Rappresentano circa il 60% della produzione di legumi nella nostra isola.
Sapevate che i legumi più coltivati in Sardegna sono proprio le fave? Ebbene sì! Secondo le statistiche le fave rappresentano circa il 60% della produzione di legumi nella nostra isola. Ed oltre ad essere il legume più apprezzato da noi sardi, la fava ha delle caratteristiche nutrizionali molto interessanti: contiene carboidrati ma anche tante proteine, circa il triplo di quelle presenti nel grano e nel riso. Per questo da sempre è un alimento base della cucina povera. Sono state probabilmente il primo legume consumato dall’uomo, almeno 3000 anni fa.
Particolarmente favorevole alla coltivazione di questo legume è il microclima che si viene a creare nella zona tra Capoterra e Pula, in provincia di Cagliari. Qui la vegetazione prospera indisturbata, protetta dalla presenza delle colline e agevolata dal giusto tasso di umidità presente nell’aria dovuto ai grandi stagni del territorio. Quella che abitualmente si mangia è la Vicia faba maior (o fava grossa) dai semi lunghi e piatti, ma esistono altre varietà più piccole, utilizzate per l’alimentazione degli animali o per preparare il terreno alla semina dei cereali.
Ma come si mangiano le fave fresche? Le fave di stagione sono ricche di vitamine e minerali, soprattutto se mangiate crude. Da febbraio a maggio, in Sardegna si trovano in commercio in 2 versioni: favette “da rosolare”, le più piccole e tenere e sono buone sia crude che saltate in padella. Nel Sud Sardegna si fanno abitualmente rosolare in un soffritto di aglio o cipolla e eventualmente lardo o pancetta e poi cuocere a fuoco lento col coperchio per pochi minuti. Oppure si mangiano crude col formaggio o solo col sale. Poi ci sono le fave fresche “da bollire”, più grandi, perché lasciate sulla pianta più a lungo, ma anche un pò più coriacee e un po’ farinose, cominciano ad assomigliare alle fave secche. Quindi solitamente si mangiano cotte, bollite o stufate. Con l’arrivo del caldo le fave si seccano e vengono conservate per preparare delle tipiche zuppe invernali.
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