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L’impegno delle volontarie e il cuore grande di un’adottante. Ecco la storia del cane Sparato

È il 6 febbraio 2017. Due ragazze di San Gavino passeggiano di rientro a casa per cena. Qualcosa però, nei dintorni di una palestra, le trattiene: notano un cane di taglia grande, un pastore maremmano, sdraiato in mezzo alla strada.

Sarà addormentato, inconsapevole del pericolo delle macchine che transitano?  Le due giovani si avvicinano, e si rendono improvvisamente conto che qualcosa non va: in contrasto con il bianco del pelo, risalta il rosso del sangue. Il cane è gravemente ferito, e non è più in grado di muoversi. Da quel momento si sussegue una serie di azioni concitate: la chiamata alle volontarie dell’associazione Gli Invisibili di Sardegna, la corsa in clinica a Cagliari nella speranza di salvare il cane dalla morte certa, il ricovero, l’attesa di sapere se l’animale supererà la notte. La supera.

Il giorno dopo i veterinari lo operano, estraendo una decina di pallini da caccia e ricucendo fegato e milza. Sparato, perché è così che le volontarie decidono di ribattezzare il cane, è forte. Dopo undici giorni di ricovero, in cui il maremmano affronta una difficile convalescenza, è pronto per essere dimesso. Accanto alla gioia per questo piccolo miracolo, c’è però una certa amarezza per un altro aspetto della vicenda. Marta Pusceddu, presidente dall’associazione de Gli Invisibili, sottolinea come le indagini sul caso siano state avviate immediatamente, «ma tuttora non è stato trovato il colpevole di questo atto. La gravità – spiega – consiste non soltanto nel fatto che si tratti di un vero e proprio crimine, ad oggi impunito, ma anche nel fatto che gli spari siano avvenuti in pieno centro abitato, mettendo in pericolo chiunque si trovasse in zona e testimoniando – aggiunge – quanto questo pericolo venga sottovalutato». Con ferite così gravi, infatti, si sa di certo che Sparato non avrebbe potuto percorrere più di pochi metri dal punto dell’attacco.

Le volontarie, inoltre, hanno dovuto investire risorse ingenti, circa 1200 euro, per il ritiro del cane dalla clinica. Già temono l’inizio di un nuovo periodo difficile, per mantenere un gigante buono che richiede grandi cure e attenzioni. Ma dopo una serie di stalli a San Gavino, il lieto fine per Sparato, questa volta, c’è: venuta a sapere della sua commovente storia, una giovane cagliaritana (che vuole rimanere anonima) contatta l’associazione sangavinese e inizia l’iter per l’adozione. E il suo gesto d’amore non si ferma nemmeno davanti al test risultato positivo alla leishmaniosi. Ora i due vivono assieme felici e la ragazza dichiara: «Questo cane è un regalo dal cielo, l’amico a quattro zampe che tutti vorrebbero, rispettoso degli spazi e delle persone». Ed ecco il suo auspicio: «troviamo il coraggio di aiutare anche quando può sembrare tutto molto complicato. In fondo scopriremo che non lo è, – conclude – e ci si arricchisce d’amore in un modo che non avremmo immaginato».

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