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Sa Pasca Manna a Cagliari, i riti della Settimana Santa incantano fedeli, appassionati e turisti

Grazie ai custodi di usanze arcaiche, durante la Settimana Santa, la parte più antica della città si trasforma in un suggestivo scenario di processioni, funzioni religiose, veglie e adorazioni in cui si esprime con forza lo spirito della comunità cittadina. Nell’organizzazione svolgono un ruolo primario le confraternite dei quartieri più antichi della città Villanova, Marina, Stampace e Castello: l’Arciconfraternita del Santissimo Crocefisso, l’Arciconfraternita della Solitudine, la Confraternita di Sant’Efisio e la Confraternita degli Artieri.

Le celebrazioni iniziano il venerdì che precede la Domenica delle Palme con “Is Misterius”, i membri dell’Arciconfraternita del Santissimo Crocefisso partendo dalla chiesa di San Giacomo portano in processione i Sacri Misteri, 7 statue lignee che rappresentano i momenti salienti della Passione di Cristo, commissionate allo scultore Giuseppe Antonio Lonis dalla stessa Arciconfraternita nel lontano 1758. Da allora il tragitto si ripete ogni anno e si snoda per le strade del quartiere Villanova, toccando sette chiese, mentre viene intonato un canto tramandato oralmente, in ogni chiesa entra un simulacro, accompagnato dalla statua della Madonna Addolorata, che il Lunedì precedente viene vestita dalle consorelle secondo un preciso e consolidato rituale.

In occasione della Domenica delle Palme, nella chiesa di San Giovanni Battista a Villanova, uno splendido Crocefisso ligneo, risalente al ‘600 a grandezza naturale, viene staccato dalla parete della cappella, dove solitamente è conservato, per essere adagiato su una lettiga per il momento dell’adorazione.

Il Martedì Santo si svolge un’altra Processione dei misteri, questa volta a Stampace organizzata dalla Compagnia degli Artieri dove sempre 7 simulacri vengono portati in 7 chiese, partendo dalla chiesa di San Michele in Via Azuni, ripercorrendo i momenti salienti della passione di Cristo.

Il Mercoledì Santo ha luogo nell’Oratorio del Santissimo Crocefisso un momento molto toccante tutto al femminile. Le consorelle procedono con la vestizione a lutto della Madonna Addolorata, e prima della vestizione secondo un antico rito, la statua viene avvolta con bende cotone profumato, come un imbalsamazione che rappresenta l’angoscia del lutto cui andrà incontro la Vergine.

Andrea Loi segretario e tesoriere dell’Arciconfraternita della Solitudine, alla quale è legato da una tradizione familiare che va avanti da generazioni, svela: «La vestizione della Madonna Addolorata è una cosa che fanno molto discretamente le consorelle, è un’usanza di cui sono molto gelose, una cosa a cui tengono in modo particolare».

Il Giovedì Santo in tutte la chiese della città si preparano i Sepolcri e si adornano con “Su Nenniri”, il grano piantato il Mercoledì delle Ceneri e lasciato germogliare al buio nel periodo della Quaresima. Questa tradizione tipica di varie parti della Sardegna trae le sue origini dall’antico mito fenicio di Adone e dai riti arcaici, della semina e del raccolto, in uso tra le popolazioni antiche sarde durante la primavera.
Sempre il Giovedì Santo, nel quartiere di Stampace, un simulacro di Sant’Efisio listato a lutto viene portato in processione per 7 chiese del quartiere, con una suggestiva processione notturna al lume delle fiaccole.

La cerimonia più amata e attesa nella Pasqua cagliaritana è quella del Venerdì Santo, la grande statua del Crocefisso precedentemente adagiato per l’adorazione, esce dalla chiesa di San Giovanni Battista  a Villanova e viene trasportata dalla folla e dai membri della Arciconfraternita della Solitudine nella Cattedrale di Cagliari in Castello. La statua di  Cristo in Croce, sul quale viene posto un baldacchino bianco, è accompagnata dalla statua della Madonna vestita a lutto, le consorelle disposte in due file parallele vestite di nero con il volto velato e una candela in mano accentuano l’atmosfera di dolore e raccoglimento, durante la processione in tanti si offrono di portare il pesante simulacro ed è un momento di forte e toccante fede popolare. Il tipico canto, eseguito da un gruppo di 100 cantori tra cui bambini e adulti e che fa da sottofondo alla processione, viene urlato come espressione del momento culminante di dolore e sofferenza per la morte di Cristo. Giunto alla Cattedrale il grande Crocefisso viene innalzato davanti alla folla che si raduna nelle navate.

Durante il Sabato Santo l’enorme statua viene rimossa dalla croce per simulare la deposizione, la cerimonia prende il nome di “Su Scravamentu”, il Cristo viene adagiato su una lettiga per poi fare ritorno alla Chiesa di San Giovanni Battista a Villanova.

La mattina di Pasqua si svolge il momento di chiusura dei riti popolari che coinvolgono la città, con “S’incontru” del Cristo Risorto con la Vergine gloriosa, la statua della Madonna questa volta vestita con abiti candidi e una corona viene portata di fronte al simulacro del Cristo Risorto, si assiste allo stesso rituale in diversi punti della città, nel quartiere di Stampace ad opera delle parrocchie Sant’Efisio e Sant’Anna, mentre a Villanova la stessa tradizione è portata avanti dalla chiesa di San Giacomo e dall’Oratorio del Santissimo Crocefisso.

I riti della settimana santa cagliaritana si concludono Lunedì dell’Angelo con la processione in cui viene trasportato Sant’ Efisio da Stampace  in Cattedrale, dalla Confraternita di Sant’Efisio, per un ringraziamento dei cittadini al martire, per il suo intervento contro la flotta francese che attaccò Cagliari nel 1793.

Walter Loi, membro della Confraternita degli Artieri, sottolinea: «Da qualche hanno c’è un coordinamento tra le Confraternite, cerchiamo di non sovrapporre le celebrazioni, ed è nata una collaborazione anche nel realizzare le processioni, ci sia aiuta a portare le statue e i gruppi partecipano alle varie processioni».

 

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