Le conseguenze degli scontri andati in scena sabato scorso a Sassari tra Sconvolts e ultras sassaresi non tardano ad arrivare. Al “tifoso” di 29 anni del Cagliari fermato dagli agenti in flagrante il giudice per le indagini preliminari di Sassari ha disposto gli arresti domiciliari nella sua casa di Selargius e il divieto di uscire di casa nelle ore serali e notturne, mentre la questura di Sassari ha emesso nei suoi confronti un Daspo di tre anni.
Intanto la Questura di Palermo ha deciso di chiudere il settore ospiti per la gara prevista in Sicilia questa domenica tra le due compagini isolane. «A seguito di indicazioni da parte della Questura di Palermo e in accordo con l’Osservatorio nazionale manifestazioni sportive – si legge nel sito del Palermo – la vendita per il settore ospiti e per gli altri settori dello stadio sarà inibita per i residenti nella regione Sardegna anche se in possesso di tessera del tifoso del Cagliari o di tessera del tifoso di altre squadre».
In tutto gli ultras identificati dalle forze dell’ordine sono 66, distribuiti tra cagliaritani e sassaresi . «Sono stati fotografati e ripresi sia con i volti coperti sia senza – ha spiegato Gagliardi al termine di un vertice in prefettura questa mattina – Ora c’è un’attività di indagine portata avanti dalla Procura di Sassari ma c’è anche un lavoro in team tra le due questure». 15 bastoni rinforzati, petardi e bombe carta, questo hanno trovato i poliziotti nei bus utilizzati dagli Sconvolts cagliaritani per la trasferta. Ancora non è chiaro se tra le persone identificate ci siano persone già destinatarie di divieto di partecipare a manifestazioni sportive. «Dovremo studiare meglio anche la tifoseria sassarese – dice il questore di Cagliari – che probabilmente ha instillato qualche provocazione».
Niente da fare per il confronto con i vertici del Cagliari Calcio. Troppo breve il preavviso e né Giulini, né il suo vice Filucchi hanno potuto partecipare al vertice di stamattina, così l’incontro è stato rinviato a una data molto prossima ancora da fissare. «L’incontro con la società è stato aggiornato – ha confermato all’Ansa la prefetta Giuliana Perrotta – nel frattempo abbiamo valutato tutta la problematica legata alla gestione delle varie tifoserie e concordato le azioni da mettere in campo per evitare episodi simili a quelli accaduti sabato: non solo repressione ma prevenzione e sicurezza. L’esistenza di questi gruppi di ultras che si muovono sul territorio in questo modo e che fanno questo tipo di azioni, è un problema che riguarda tutta la società civile e la classe dirigente. Io vorrei che avviassimo assieme un processo di deradicalizzazione calcistica. Non possiamo consentire che ci siano ancora gruppi organizzati, anche così numerosi, che mettono in atto episodi di vandalismo di questo genere senza che noi tutti ci sentiamo coinvolti».
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