Nell’ambito dei mirati servizi per il contrasto allo spaccio delle sostanze stupefacenti, i poliziotti del gruppo Falchi della sezione “Criminalità diffusa” della Squadra Mobile unitamente a personale della Squadra Volante, hanno tratto in arresto M.M., 22enne cagliaritano, pregiudicato, per il reato di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti.

Intorno alle 11.55 del 2 dicembre, gli agenti del gruppo Falchi stavano transitando in Via Premuda, un luogo segnalato per l’intensa attività di spaccio di sostanze stupefacenti, quando un via vai sospetto di persone ha attirato la loro attenzione.

Approfittando dell’apertura del cancello carrabile gli agenti si sono introdotti e, giunti in prossimità delle scale d’accesso agli appartamenti, si sono avvicinati ad un gruppetto di giovani che alla vista degli operatori si sono dati alla fuga all’interno dell’edificio.

M.M. alla vista degli agenti ha tentato di nascondere un involucro all’interno dei pantaloni che indossava. Gesto che non è passato inosservato e che ha portato alla perquisizione.

Dal controllo è emerso che il giovane stesse nascondendo un involucro in alluminio contenente  un pezzo di hashish dal peso di grammi 22 e suddiviso in dosi da 1 e 0,50 grammi e 4 frammenti della medesima sostanza (2,85 grammi).

All’interno della tasca del giubbotto indossato sono stati trovati dei soldi e un coltellino a serramanico con lama spezzata, sulla quale sono state rilevate evidenti tracce di sostanza stupefacente.

Esito del processo per direttissima: obbligo di dimora.

Beniamino Zuncheddu ha commentato la notizia del rientro in Italia di Chico Forti.

“Beniamino Zuncheddu ha a cuore la sorte e i diritti di tutti i detenuti, quindi è molto felice che Enrico Forti abbia ottenuto di scontare la sua condanna in Italia e che le istituzioni si siano prodigate per favorire che ciò accadesse” ha detto il suo avvocato Mauro Trogu.

“Non nasconde però la sua delusione per essere stato totalmente ignorato da quelle stesse istituzioni che sembrano guardare più a ciò che accade nei tribunali esteri che non a come viene amministrata la giustizia in Italia, e non si sono accorte della sua assoluzione con formula piena (per non aver commesso il fatto) dopo quasi 33 anni di carcerazione” ha poi aggiunto il legale.