Cagliari, difesa disastrosa: la sosta per le gare delle nazionali arriva al momento giusto
La sosta per le gare delle Nazionali regala un po’ di riflessione e fiato in casa Cagliari. La batosta subita da un Toro scatenato ha evidenziato le lacune rossoblù e ha messo a nudo, per la quarta volta in un mese,
La sosta per le gare delle Nazionali regala un po’ di riflessione e fiato in casa Cagliari. La batosta subita da un Toro scatenato ha evidenziato le lacune rossoblù e ha messo a nudo, per la quarta volta in un mese, i difetti di una squadra che pareva più forte di quel che finora ha dimostrato. Il dato finale, a bocce ferme, parla sì di un ottavo posto a +9 dalla zona retrocessione, ma anche di 29 gol presi in 12 partite – dato che rende la formazione di Rastelli come la più perforata in Europa. Una media di 2,41 gol a partita: preoccupante e disastrosa a tal punto che nemmeno ieri il tecnico ha saputo farci nulla, seppur presentando una squadra più difensiva dalla cintola in su. <<Cerchiamo di preparare le gare nel miglior modo possibile, ma poi prendiamo gol nei primi minuti di gioco e i nostri ragazzi perdono fiducia disunendosi>> ha spiegato Rastelli in conferenza stampa, tentando di dare una blanda spiegazione ad una prestazione inconcepibile.
Le due settimane in arrivo saranno utili per ragionare: il tecnico di Torre del Greco dovrà capire cosa fare di una rosa corta e alla quale mancano uomini chiave per tentare di gestire al meglio la fase difensiva; la società dovrà capire che fare nel futuro, sia in sede di mercato che in sede di staff tecnico. Sarà importante che le due parti si incontrino e comincino un dialogo senza fronzoli, duraturo e chiaro a tal punto che il proseguimento della stagione avvenga senza attriti. <<Sono realista. Non posso essere sereno, ma devo cercare la chiave giusta per rendere la mia squadra più solida>> ha confessato Rastelli dopo la partita, segno che sente il fiato sul collo di possibili sostituti. E allora balzano alla cronaca i nomi di Pioli e Colantuono, entrambi stimati dal ds Capozucca ed entrambi giusti per un progetto di lungo periodo e non solo come traghettatori. Rastelli però terrà duro e col Chievo avrà una chance non da poco per salvare il posto: una sconfitta arrendevole potrebbe davvero far saltare il tappo.
Al rientro dalla sosta, però, il tecnico rossoblù dovrà aver risolto alcuni dilemmi che lo attanagliano dall’inizio dell’anno. Il modulo non gli piace granché, continua a dargli una versione difensiva che i suoi uomini mal digeriscono e che non rispecchia le loro qualità. In questo modo è facile che si sfilaccino e lascino la difesa da sola in balia delle onde: la dinamicità del Torino è stata letale sin dai primi istanti. Dovrà altresì gestire meglio le posizioni in campo: con Barella e Di Gennaro a disposizione, è stato un azzardo disporre Sau a ridosso delle due punte e ancor di più mortificarlo come ala sinistra. Tachtsidis continua a piacere più come incontrista che come regista, troppo lenta la manovra quando passa dai suoi piedi, troppo lento il ragionamento quando la squadra va in svantaggio. Isla continua a esser un pesce fuor d’acqua: ieri è stato preso in contropiede da Ljajic e Barreca, abili a superarlo come missili sulla fascia sinistra. Il centrocampo è povero di qualità e di ordine tattico, non riesce a formalizzare le due fasi (difesa e attacco) senza trovarsi spesso in inferiorità numerica, mentre Storari è ormai un portiere allo sbando, poco concentrato, poco reattivo, impaurito come un novellino alla prima stagione in serie A. Rastelli, se vuol mantenere salda la sua posizione, dovrà risolvere tutti questi problemi anche a costo di apportare modifiche impopolari all’interno della rosa. Dovrà farlo tenendo ben in conto che dal prossimo turno mancherà capitan Dessena, espulso nella disfatta torinese per aver trattenuto l’arbitro durante una ammonizione. Dovrà farlo tenendo conto che il tempo è ormai arrivato agli sgoccioli e forse, in società, non han più molta voglia di aspettare.
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