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Sprechi alimentari, in vigore la nuova legge. A Cagliari si butta via molto ma i cittadini si mobilitano

Sprechi alimentari, in vigore la nuova legge. A Cagliari si butta via molto ma i cittadini si mobilitano. Dai 50 chili di merce buttata giornalmente da ristoranti di grandi dimensioni alle donazioni dei supermercati di una certa catena: e all’indomani dell’uscita della nuova legge contro gli sprechi alimentari anche a Cagliari i cittadini hanno deciso di fare qualcosa.

Sono più di 12 miliardi di euro quelli persi ogni anno in Italia in sprechi alimentari: questo l’allarmante dato della Coldiretti. Più della metà persi al consumo domestico, per il 21 percento nella ristorazione, il 15 percento nella distribuzione commerciale, l’8 nell’agricoltura e il 2 nella trasformazione. Per cercare di correre ai ripari e contrastare il fenomeno lo scorso 14 settembre è entrata in vigore la nuova legge contro gli sprechi alimentari, iniziativa coerente con gli obiettivi dell’Unione Europea dove, secondo il commissario europeo alla salute e alla sicurezza alimentare Vytenis Andriukaitis, tale spreco si stima ammonti a circa 100 milioni di tonnellate l’anno. Chili e chili di cibo inutilizzato e quindi ormai perso: prodotti che, pur mantenendo i requisiti di igiene e sicurezza, sono invenduti e non somministrati per carenza di domanda, ritirati dalle vendite perché non conformi ai requisiti aziendali, vicini alla data di scadenza, sostituiti da nuovi in commercio, danneggiati da eventi meteorologici o nell’imballaggio.

La nuova legge italiana, a differenza di quella francese, non prevede sanzioni ma ha come primo intento la valorizzazione delle buone pratiche e la crescita della consapevolezza dei consumatori rispetto alle abitudini alimentari, il semplificare la burocrazia inerente le donazioni per le aziende e servirà da riferimento al settore agricolo, della ristorazione e al Terzo settore e di chi si occupa della distribuzione delle eccedenze alimentari a fini caritativi.

Tra gli interventi più importanti della legge contro gli sprechi, che riguarda proprio chi vende generi alimentari, c’è la sburocratizzazione e lo snellimento delle procedure per chi vuole donare; inoltre apre ai Comuni la possibilità di prevedere sconti sulla Tari (tassa sui rifiuti) per chi, invece di gettare via, donerà l’invenduto. A livello regionale, dove, secondo il rapporto di ricerca “La povertà in Sardegna” edito dalla Fondazione Emanuela Zancan Onlus e CSV Sardegna Solidale la percentuale di popolazione a rischio povertà assoluta o esclusione sociale è pari al 31,7 percento della popolazione residente, alcuni anni fa era stato programmato il progetto “Alimentis”, per coniugare la lotta allo spreco alimentare con l’assistenza alle parti più deboli. Lo scorso anno una mozione in Consiglio Regionale ha impegnato in questo senso il Presidente della Regione a dotare la Sardegna di una politica sullo spreco alimentare attraverso una normativa in linea con le più avanzate leggi in materia e a potenziare il progetto “Alimentis”.

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