Esprime soddisfazione il presidente della Regione Francesco Pigliaru, in occasione dell’approvazione, alla Camera dei Deputati, dell’ordine del giorno al Decreto Giubileo, che prevede un intervento finanziario del Governo di 30 milioni di euro all’anno, per tre anni, per la continuità territoriale aerea. “Il Governo è stato coerente con quanto annunciato e assicurato alla Giunta regionale lo scorso 28 maggio, a Olbia” dichiara il presidente Pigliaru.

“Già allora si era impegnato a contribuire sistematicamente ai costi della continuità territoriale. L’impegno era stato onorato in prima istanza il 13 novembre, con lo stanziamento dei primi 30 milioni per il 2016, e confermando l’intenzione di trasformare lo stanziamento annuale in stanziamento pluriennale, cosa per noi assolutamente essenziale. L’approvazione odierna dell’ordine del giorno rende ancora più credibile che questo impegno verrà mantenuto. Ringraziamo i parlamentari che hanno lavorato a tal fine, contribuendo a segnare un ulteriore passo verso il riconoscimento dell’insularità della Sardegna”.

Secondo la tradizione sarda ( ma non solo) il pane messo al contrario sul tavolo da imbandire è portatore di disgrazia e comunica mancanza di rispetto nei confronti degli altri commensali. Sicuramente i vostri nonni, almeno una volta, vi avranno sgridati nel vedervelo fare, ma forse non vi hanno mai spiegato il perchè tenevano al fatto che il pane venisse messo in tavola nel verso giusto.

Le spiegazioni sono varie e affondano le radici nell’antichità.

La prima, quella che tutti probabilmente conoscono, è legata alla religione. Il pane da sempre simboleggia il corpo di Cristo e chiaramente non è cosa bella e gradita che lo si presenti capovolto.

Ma esiste un’altra spiegazione, storica, che affonda le radici nel Medio Evo e che dalla Francia, di bocca in bocca, potrebbe essere arrivata in Italia e poi in Sardegna.  Nel Quattrocento, infatti, quando purtroppo era molto in voga la pena di morte, i fornai del regno avevano una sorta di “codice” tra loro.

Il pane è sempre stato visto, come dicevamo, alla stregua di un alimento sacro e quando i fornai erano costretti a venderlo ai boia che tanto disprezzavano, lo facevano preparandolo di bassissima qualità e porgendolo capovolto agli aguzzini. Si dice che fu per questo che il monarca Carlo VII escogitò la soluzione di far lavorare i boia incappucciati, così da non essere riconosciuti.