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Cinematografia e cucina romana. Monica Vitti prende lezione di trippa e coratella in “Dramma della gelosia”

Cinematografia e cucina romana. Monica Vitti prende lezione di trippa e coratella in “Dramma della gelosia”.

I piatti tipici romani compaiono e vengono citati spesso in scene esilaranti dei film ambientati nella Capitale.

Nel film del 1970 di Ettore Scola “Dramma della gelosia (tutti i particolari in cronaca)”, il personaggio Adelaide Ciafrocchi interpretato da Monica Vitti, ad un certo punto prende una lezione dal fidanzato Ambleto di Meo (Hercules Cortes) sulla coratella e la trippa. Il film, interpretato anche da Marcello Mastroianni e Giancarlo Giannini è un punto di riferimento della cinematografia romana, in quanto sono rappresentati personaggi della classe operaia come Oreste Nardi (Mastroianni) muratore, comunista convinto già sposato e Nello Serafini (Giancarlo Giannini) un pizzaiolo toscano. I due uomini si contendono Adelaide, una fioraia del Verano e il film mette in scena ipocrisie e contraddizioni delle relazioni umane.

Ad un certo punto la donna decide di lasciare tutti e due entrambi e si fidanza con un ricco ma poco sensibile macellaio che in una scena spiega ad Adelaide, con accento romano come sono fatte interiora e frattaglie di manzo, base per la trippa e la coratella:

“La bestia adulta se divide nelle seguenti pezzature: nella parte di dietro abbiamo la culatta, la pezza, girello, controgirello, cappi e coda. Ner mezzo troviamo lombo e filetto, costa, frascosta, copertina e spalla. Poi ce sta spuntatura di lombo, spuntatura di costa, sottospalla e campanello. Non se scordamo er muscolo, er fianchetto, er coppo. Inortre davanti avremo musa, lingua, collo, pancetta e petto grosso. La trippa è considerata a parte…”

In macelleria e gastronomia, infatti, viene definita “trippa” l’insieme delle tre cavità dei bovini che sono poste tra l’esofago e lo stomaco avente forma di sacco, denominato reticolo, avente molte lamine incrociate che somigliano ad una sorta di rete.

La trippa, un tempo piatto povero, viene spesso venduta già lavata e/o parzialmente cotta e viene preparata con cipolle bianche, pomodori pelati, carote, vino bianco, pecorino romano e foglie di menta romana.

La tradizione vuole che venga cucinata per il pranzo del sabato, ed è talmente radicato che ancora tutt’ora nelle trattorie più vecchie viene posto il cartello con la definizione “Sabato Trippa”.

Per Coratella invece si intendono parti delle interiora di agnello, coniglio o pollame come cuore, fegato, polmoni, reni, milza, trachea e animelle.

Viene preparata fritta o in umido e una variante caratteristica è quella con i carciofi.

Esilarante ricordare infine un momento del film in cui Monica Vitti invita il grossolano Ambleto a riflettere sull’anima che “sta dentro e non si vede”.

“Come la coratella” risponde lui.

in foto: immagini tratte dal film

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