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Lo sapevate? In una chiesa romana c’è un quadro di Rubens che si muove

Lo sapevate? In una chiesa romana c’è un quadro di Rubens che si muove.

Avete mai visto un quadro che compare e scompare? Ecco un altro incredibile gioiello tra i tanti che nasconde una città sorprendente come Roma. Scopriamo insieme questo capolavoro “motorizzato” seicentesco dell’artista olandese, attivato da un meccanismo molto particolare.

Nella Chiesa di Santa Maria in Vallicella (via del Governo Vecchio, 134), conosciuta anche come Chiesa Nuova, si trova una pala d’altare motorizzata la quale, grazie anche ad un congegno meccanico, è in grado di nascondere o mostrare una preesistente icona della Vergine Maria con bambino del Quattrocento affrescata, che in passato, dopo essere stata colpita da un profanatore con un sasso, iniziò a sanguinare, divenendo oggetto di culto e icona miracolosa.

Sopra questa immagine su una lastra scorrevole venne dipinta dallo stesso Rubens un’altra Madonna e con il bambino benedicente, che protegge l’icona sacra sottostante ed è sollevabile per mezzo di un meccanismo di pulegge e corde. Andiamo a scoprire insieme questa meraviglia.

La Chiesa di Santa Maria in Vallicella, chiamata anche dai Romani “Chiesa Nuova”, perché fu ricostruita nel 1575, si trova non lontano da Piazza Navona e Campo de’ Fiori, nel cuore del Rione Parione.
La curiosità di questa chiesa è un “capolavoro a motore” che, come accennato, nasconde un altro capolavoro. Nel 1608, il grande pittore fiammingo Pieter Paul Rubens realizzò la splendida pala d’altare “Angeli in Venerazione della Madonna”. L’opera, un olio su tavole di ardesia, è una vera e propria “macchina barocca”. Schiere di angeli e cherubini in adorazione circondano una soave Madonna con il bambino benedicente, dipinti al centro in una nicchia, su una straordinaria lastra di rame che “ospita”, proteggendola, l’altra immagine sacra più antica sottostante. L’icona grazie ad un congegno meccanico può mostrarsi o nascondersi all’occhio del visitatore.


La geniale lastra è un quadro motorizzato seicentesco, che si solleva grazie a un meccanismo di pulegge e corde, progettato dal grande artista fiammingo. Un evento che ha luogo ancora oggi, ogni sabato e in occasione delle principali festività, e che ci permette di ammirare un’opera che coniuga bellezza e ingegno al servizio dell’arte e del sacro.

Lateralmente, si trovano altri due dipinti: a sinistra i Santi Gregorio Magno, Papia e Mauro, a destra i Santi Flavia, Domitilla, Nereo e Achilleo. Questa reliquia ha un grande valore estetico, ma anche simbolico e filosofico, ricco di allusioni divine misteriose.

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