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Lo sapevate? In una stradina di Roma è conservata traccia del passaggio dell’Orlando furioso

Lo sapevate? In una stradina di Roma è conservata traccia del passaggio dell’Orlando furioso.

In una stradina che porta in piazza Capranica, vicino al Pantheon di Agrippa, secondo una leggenda sarebbe conservata una traccia del passaggio a Roma del Cavaliere Orlando, l’Orlando furioso, paladino di Carlo Magno. Si tratta di una sciabolata lasciata dalla sua leggendaria spada, la Durlindana, su una pietra (in realtà un pezzo di colonna), rimasta in mezzo alla via.

Nel Vicolo della Spada di Orlando, questo è il nome della strada, si trova un grande masso con una fenditura: secondo la tradizione, sarebbe la roccia contro la quale il paladino avrebbe tentato invano di spezzare la sua spada prima di nasconderla.

Durlindana (chiamata anche Durindana, Durindarda, Durendala, Durandal o Durendal) è, secondo la tradizione del ciclo carolingio, la spada di Orlando, paladino del re dei franchi, Carlo Magno.

L’etimologia del termine Durlindana è sconosciuta: potrebbe comunque derivare dal latino durus (duro, resistente).

Secondo il folclore la spada esisterebbe ancora e sarebbe conservata a Rocamadour (in Francia) incastrata in una parete rocciosa verticale. L’ufficio turistico di Rocamadour identifica la spada incastrata come la Durlindana.

Orlando tentò di distruggere la spada perché non cadesse in mano ai Saraceni dopo l’agguato di Roncisvalle, tirando un poderoso fendente contro una colonna (poi portata a Roma), tagliandola in due.

C’è poi un’altra leggenda, che afferma che fu sempre la Durlindana a spaccare la colonna, ma durante un’aggressione avvenuta a Roma dalla quale Orlando si salvò tirando fendenti da tutte le parti.

Per quanto riguarda la colonna, diversi storici affermano che apparteneva al Tempio di Matidia, lì presente dal 119 d.C. e fatto costruire da Adriano in onore della suocera.

Le origini dell’arma non sono chiare, visto che il ciclo carolingio propone diverse tesi contrastanti, anche se la più famosa è che a forgiare la spada sia stato Weland il fabbro. La Chanson de Roland vuole invece che la spada fosse stata donata a Orlando proprio da Carlo Magno, che l’avrebbe a sua volta ricevuta in dono da un angelo; nel famoso poema Orlando Furioso di Ludovico Ariosto, si dice invece che la spada sarebbe stata donata al cavaliere da Malagigi e che sarebbe un tempo appartenuta a Ettore di Troia (tuttavia non c’è nessuna menzione della spada nell’Iliade).

Nella Chanson de Roland, si narra che la spada contenesse nell’elsa dorata un dente di San Pietro, del sangue di San Basilio, alcuni capelli di san Dionigi e un lembo di veste mariana. Nello stesso poema Orlando brandì l’arma nella battaglia di Roncisvalle uccidendo con essa migliaia di Baschi, ma a causa delle ferite riportate anch’egli morì; prima di morire, tuttavia, Orlando tentò di distruggerla, per evitare che cadesse in mani nemiche, ma l’impatto con la roccia generò la cosiddetta breccia di Orlando, nei Pirenei; Durlindana si dimostrò infrangibile e così Orlando la nascose sotto il proprio corpo assieme all’olifante con cui aveva avvisato Carlo della battaglia.

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