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Monumenti romani: la meraviglia della Fontana di Trevi

Monumenti romani: la meraviglia della Fontana di Trevi.

La Fontana di Trevi è uno dei monumenti più famosi all’estero della capitale. La fontana occupa tutta la piazza che fu realizzata proprio per la sua costruzione quando furono demoliti diversi edifici. Si tratta di uno degli esempi più significativi dello stile barocco a Roma, ma è soprattutto uno dei luoghi dove i turisti più amano farsi fotografare. Soprattutto nell’atto del celebre lancio della monetina. Il rito serve per augurare un ritorno nella città. Se un giorno andrete a Roma, quando sarete di spalle alla fontana, lanciate una moneta all’indietro, e non voltatevi fino a che questa non è caduta.

La Fontana di Trevi è la più grande e fra le più famose fontane di Roma.

Costruita sulla facciata di Palazzo Poli da Nicola Salvi, il concorso fu indetto da papa Clemente XII nel 1731

Cominciata nel 1732, fu affidata nel 1759 a Pietro Bracci aiutato da suo figlio Virginio, i due completarono l’opera che venne inaugurata nel 1762.

La storia della fontana è strettamente collegata a quella del restauro dell’Aqua Virgo, ovvero l’acquedotto dell’Acqua Vergine, che risale ai tempi dell’imperatore Augusto.

L’Acqua Vergine rimase in uso per tutto il Medioevo, con restauri attestati già nell’VIII secolo, poi ancora dal Comune nel XII secolo, in occasione dei quali si provvide anche ad allacciare il condotto ad altre fonti più vicine alla città, poste in una località allora chiamata «Trebium», che potrebbe essere all’origine del nome dato alla fontana. Si tratta del più antico di Roma tuttora funzionante, e l’unico che non ha mai smesso di fornire acqua alla città dall’epoca di Augusto.

Il punto terminale dell’«Aqua Virgo» nel Medioevo si trovava sul lato orientale del colle Quirinale. Qui venne realizzata una fontana con tre bocche che riversavano acqua in tre distinte vasche affiancate; risale al 1410 la prima documentazione grafica della «Fontana del Treio» (o «di Trevi»), così rappresentata. Poco tempo dopo, nel 1453, su incarico di papa Niccolò V, Leon Battista Alberti sostituì le tre vasche con un unico lungo bacino rettangolare, appoggiandolo ad una parete bugnata e merlata e restaurando i tre mascheroni da cui fuoriusciva l’acqua. Sulla parete fu sistemata una lapide a memoria dell’intervento.

Nel 1640 papa Urbano VIII ordinò all’architetto e scultore Gian Lorenzo Bernini una “trasformazione” della piazza e della fontana, in modo da creare un nuovo nucleo scenografico nei pressi del palazzo familiare. Bernini progettò una grande mostra d’acqua, ampliò la piazza demolendo alcune casupole a sinistra della fontana preesistente. Ma i fondi per il progetto si esaurirono presto e vennero anche tagliati, non venne scolpita alcuna statua centrale e il cantiere fu bloccato. La morte di Urbano VIII comportò l’abbandono del progetto berniniano.

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