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Mostra del Cinema di Venezia: un ricordo su Valentina Pedicini, regista. Portò i minatori sardi sul red carpet a Roma

Mostra del Cinema di Venezia: un ricordo su Valentina Pedicini, regista. Portò i minatori sardi sul red carpet a Roma.

La talentuosa regista pluripremiata scomparve prematuramente nel 2020 all’età di 42 anni. Il suo ricordo ad un anno di distanza dalla designazione di una targa alla Sala Laguna della Mostra del Cinema di Venezia. Portò al Festival di Roma i minatori sardi sul red carpet, Gianfranco Rosi le dedicò la candidatura agli oscar, i Fratelli d’Innocenzo un film.

 

Siamo alla 79esima edizione della Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia, diretta da Alberto Barbera ed organizzata dalla Biennale presieduta da Roberto Cicutto. L’aria che si respira è una commistione tra entusiasmo e mitopoiesi. Le celebrità sfilano sul red carpet, luogo elitario riservato a star e sponsor, striscia di tappeto di colore rosso dove si svolge il rituale del saluto dei Vip ai fotografi e la presentazione al pubblico che cerca di sbirciare dal transennato le sue celebrità.

Dal punto di vista antropologico ricorda i tempi delle monarchie assolute dove il popolo attendeva l’arrivo del re e della regina con il lancio dei petali di rosa. L’uomo ha bisogno di credere nelle favole e crea i suoi miti, ma una delle rotture più interessanti la dobbiamo a Valentina Pedicini.

Valentina Pedicini è una regista e sceneggiatrice brindisina prematuramente scomparsa all’età di 42 anni nel 2020 che vinse nel 2013 il premio Solinas per il miglior documentario, presentato alla Festa del cinema di Roma del 2013, premiato con una menzione speciale ai Nastri d’argento 2014 e candidato ai David di Donatello. Ma è con il suo unico lungometraggio di fiction “Dove cadono le ombre” che Valentina approdò alla 74ª Mostra del cinema di Venezia.

Quando parliamo di “rottura” ci riferiamo all’ arrivo nel 2013 della regista sul red carpet al Festival del Cinema di Roma accompagnata dai minatori della Carbo Sulcis in Sardegna, protagonisti del suo documentario “Dal Profondo”, un gesto politico lontano dagli elitarismi, coerente con il punto di vista di Buchner che affermava che non esistono differenze sostanziali tra gli esseri umani.

La sua è stata una perdita culturale ed umana, impegnata in tematiche sociali sin dai primi lavori come il mondo femminile, il sud Italia, la condizione degli operai ed avrebbe potuto continuare ad offrire contenuti straordinari se non fosse deceduta dopo una lunga malattia.

Negli ultimi mesi della sua vita Valentina stava scrivendo il suo prossimo film con i Fratelli D’Innocenzo, ma non ha potuto purtroppo vedere la luce. Per omaggiare la sua memoria le hanno dedicato nel 2021 la pellicola “America Latina”. Anche il regista Gianfranco Rosi a Venezia con il documentario “In viaggio” su Papa Bergoglio, le dedicò la candidatura agli oscar per “Notturno” affermando: “Valentina era una persona meravigliosa, un talento enorme, una grande amica e un film documentario come questo non posso che dedicarlo a lei”.

Valentina Pedicini sarà per sempre legata alla Mostra del Cinema di Venezia: una targa con il suo nome si trova alla Sala Laguna dove ogni anno si svolgono le giornate degli autori.

Ci siamo recati a vedere la sua targa dopo un anno esatto dalla sua designazione. C’è scritto “Dal profondo” del cuore.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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