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Monumenti romani: l’obelisco di Piazza San Pietro, uno dei più famosi del mondo

Monumenti romani: l’obelisco di Piazza San Pietro, uno dei più famosi del mondo.

Andiamo a visitare virtualmente questa meraviglia: l’obelisco di Piazza San Pietro (detto anche obelisco Vaticano) è senza alcun dubbio uno dei più famosi del Mondo. Una particolarità importante: è molto più antico della piazza stessa ed è anche l’unico obelisco antico di Roma che non sia mai caduto. Tante le curiosità legate a questo  importante monumento.

Fu trasportato ai tempi dell’imperatore Caligola da Heliopolis in Egitto per poi essere sistemato al centro del circo di Nerone, che prima si trovava esattamente dove ora sorge Piazza San Pietro. Nel suo viaggio dall’Africa, per evitare che si spezzasse, fu trasportato a Roma su una nave carica di lenticchie.

L’Obelisco Vaticano è uno dei tredici obelischi antichi della Città Eterna.

Realizzato in granito rosso, svetta per un’altezza di 25,3 metri e con il basamento (composto da quattro leoni bronzei, opere di Prospero Antichi) e la croce raggiunge quasi i 40 metri. L’iscrizione recita: ECCE CRUX DOMINI – FVGITE – PARTES ADVERSAE – VICIT LEO DE TRIBV IVDA, ossia, in italiano: “Ecco la croce del Signore, fuggite parti avverse, trionfa il leone della tribù di Giuda”.


Come accennato è di origine egiziana, è privo di geroglifici e proviene, secondo Plinio, dalla città di Heliopolis; prima venne sistemato nel Forum Iulii di Alessandria d’Egitto e in seguito fu portato a Roma da Caligola nel 40, e collocato sulla spina del Circo di Nerone. Rimase in questa posizione anche dopo che il circo cadde in disuso, occupato da una necropoli. Si ritrovò poi a fianco dell’antica basilica di San Pietro, vicino alla Rotonda di Sant’Andrea.


Fu spostato e rialzato per volere di papa Sisto V nell’estate del 1586 sotto la direzione dell’architetto Domenico Fontana che per compiere l’opera impiegò quattro mesi di lavoro, 900 uomini, 75 cavalli e 40 argani: fu il primo degli obelischi ad essere rialzato in epoca moderna. Venne costruita un’imponente impalcatura, dalla quale venivano date indicazioni agli operai con trombe e tamburi: in tutta la piazza venne imposto il totale silenzio, per non disturbare i lavori, ed i trasgressori sarebbero stati puniti molto duramente. Nelle operazioni di innalzamento svoltesi il 10 settembre del 1586 vi fu il famoso grido di un certo Benedetto Bresca: “Acqua alle funi!”, che si accorse che le corde, surriscaldate, stavano pericolosamente per cedere sotto il gran peso dell’obelisco. L’uomo fu premiato e alla sua famiglia fu affidato il compito di fornire alla Santa Sede le palme per tutte le festività religiose.

Dal 10 settembre 1586 svetta nella piazza, come un enorme dito che punta in cielo, a ricordare che il destino di tutti risiede nella Casa del Signore.
Nell’occasione dello spostamento il globo collocato sulla vetta venne trasferito ai Musei Capitolini, nella prima sala del Palazzo dei Conservatori, in un angolo vicino alla grande finestra. Secondo la leggenda nel globo da cui era sormontato erano contenute le ceneri di San Pietro o di Cesare; dal riferimento cesareo all’aquila imperiale romana deriva il termine aguglia, inizialmente usato solo per gli obelischi, e oggi trasformato in guglia.

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